[Legaville 33] Cos’ha veramente detto San Marco...

Quotidiani E-Polis - Il Treviso, 2007 5 febbraio 2007 Politica e movimenti
[Legaville 33] Cos’ha veramente detto San Marco...

Nessuno potrà negare che Franco Rocchetta di federalismo e di Veneto un po’ se ne intende, se non altro perché a fondare il primo movimento federalista nel Nord d’Italia fu proprio lui con la sua Liga Veneta, nel 1979. Poi, va detto, Rocchetta di fronti, da allora, ne ha passati tanti, e anche prima non aveva scherzato, viste certe pessime frequentazioni ordinoviste che l’avevano portato in gioventù persino nella Grecia dei Colonnelli, sottobraccio a figuri come Delle Chiaie. Ma la Liga l’ha fondata lui: dunque certuni che la governano oggi (loro se non altro, noi ci siamo già arrangiati autonomamente) farebbero bene a mandare a memoria il suo recente intervento sulle pagine di un quotidiano locale. La sintassi sarà un po’ involuta e roboante, il lessico polveroso, i riferimenti mitologici un po’ spericolati, ma il succo è chiaro: il razzismo, la xenofobia, il bigottismo con la cultura veneta non c’entrano un bel nulla. «Chi avrebbe mai pensato che, sottovalutando la primigenia religione nostra di Reithia, il viaggio di Marco (…) la nostra continua capacità di dialogo con arabi e con turchi, con persiani, mongoli e cinesi, con africani e americani (…), dimenticando tutto ciò, gruppi di veneti del XXI secolo si sarebbero spinti a voler negare a quanti tra loro onestamente operano il diritto ad una sepoltura dignitosa? Com’è possibile che nella patria di Marco Polo e di Andrea Gritti, del Palladio e del Canova si voglia rinunciare ad arricchire il nostro paesaggio materiale e spirituale osteggiando la costruzione di qualche moschea? Ben più costruttivo è l’insegnamento di San Marco». Insomma, cari i miei governanti neo-lumbard di Legaville, a parere suo, voi con la storia del Veneto, quel Veneto che accolse Paolo Sarpi e che fu baluardo di libertà spirituale contro l’Inquisizione a modo di Spagna, non avete nulla a che fare. E, se lo dice lui, forse c’è da credergli: lui non è un no-global, sudista e poeta come me. Sarà per questo che, da tempo ormai, ad andare d’accordo con certi Signori a Legaville sono rimasti solo i giovanotti in fez di Forza Nuova, gli eredi di quelli che Rocchetta frequentava in gioventù, e speriamo che anche con loro il tempo sia galantuomo come con Rocchetta, e, infine, li spinga a leggere il ‘Diario di Anna Frank’. Per i governanti neo-lumbard, invece, non nutro speranza alcuna.

Altro in Politica e movimenti

Altro in Teoria e critica