[Legaville 24] Il Vice Sceriffo di Conegliano

Quotidiani E-Polis - Il Treviso, 2006 13 novembre 2006 Politica e movimenti
[Legaville 24] Il Vice Sceriffo di Conegliano

Spero di sbagliarmi, ma, a voler interpretare secondo il senso comune la decisone del Vice Sceriffo di Conegliano, Floriano Deputy Zambon, di partecipare a una conferenza stampa insieme ai camerati di Forza Nuova per opporsi alla costruzione di una moschea nel coneglianese, bisognerebbe concluderne che sia meglio essere neo-nazisti piuttosto che fedeli dell’Islam. La cosa a me dà i brividi, e li ha dati anche ad alcuni suoi colleghi della Casa delle Libertà, che hanno preso inorriditi le distanze. Meno male, visto che viviamo in una Repubblica democratica e antifascista la cui vita è regolata da una Carta Costituzionale e da leggi per le quali, mentre è legale professare qualsiasi religione, è invece reato essere neo-fascisti, o neo- nazisti, da norme che puniscono il reato di incitamento al razzismo, e non perché la Costituzione l’abbiano scritta una serie di accoliti di Stalin e Pol Pot, ma perché il fascismo è stato uno periodi più oscuri della nostra storia che ci ha reso complici di orrori e violenze atroci di cui qualche parte di noi, per ragioni di autoconservazione, dovrebbe continuare a ricordarsi. Per vergognarsene. La Costituzione italiana è antifascista perché Auschwitz e la Risiera di San Saba sono esistiti davvero, anche se qualcuno di quelli che Deputy Zambon ama frequentare sostiene che non è stato vero niente e che sono tutte balle messe in giro da comunisti e plutocrati della perfida Albione. Ma poi, sempre a lume di ragione, non riesco proprio a capire per quale motivo a qualcuno dovrebbe dar fastidio che si costruisca una moschea in un posto in cui i musulmani sono ormai migliaia. Sono anche mani musulmane quelle che arano la nostra terra, quelle che comandano le macchine delle nostre fabbriche, che costruiscono le nostre case, che accudiscono i nostri vecchi e i nostri malati. Perché quelle stesse mani non dovrebbero avere un luogo dove potersi dignitosamente unire in preghiera? Pensiamo forse che, impedendo ai nostri concittadini musulmani di pregare, ci difenderemo dal terrorismo? O invece otterremo l’esatto contrario, costringendoli a nascondersi, a rinunciare alle loro tradizioni e al loro culto,? Perché questi uomini e queste donne, che sono venuti fin qui per lavorare e ottenere i più elementari diritti umani, dovrebbero rispettare chi non li rispetta affatto e pretende di costringerli nel ghetto dell’esclusione?

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