[Legaville 57] Deputy Gonzales...

1 settembre 2007 Politica e movimenti
[Legaville 57] Deputy Gonzales...

Centonovantatre chilometri all’ora sull’Autostrada tra Treviso e Conegliano sono davvero tanti. Troppi. Significa comportarsi come se si fosse sulla pista di autodromo, da soli, e non su una pubblica via, dove guida chiunque, anziani signori e giovani neopatentati, aggressivi truck-driver e timidi cinquantenni occhialuti come me, gente che a più di cento all’ora è preda delle palpitazioni. E poi una pubblica via non ha le vie di fuga, le barriere di un autodromo. Ci sono i guardarail a separare dall’altro senso di marcia. Una roba che si salta in un nulla, anche a velocità molto più basse. Viaggiare a centonovantatre chilometri all’ora su una strada normale, insomma, significa mettersi d’impegno per creare tutte le condizioni per essere di danno a sé e, soprattutto, agli altri. E’ un comportamento stupido, sconsiderato, sensa senso, una cosa grave, soprattutto in un territorio come il nostro, in cui ogni anno contiamo a centinaia i morti per incidenti automobilistici, e per la maggior parte sono morti giovani. Ma c’è qualcosa di ancor più scandaloso dell’eccesso di velocità in questa vicenda di Deputy Zaia pizzicato a fare lo Schumacher Razza Piave sulla A27, e sono le sue dichiarazioni dopo. Da uno che rappresenta le istituzioni, che le leggi le fa e dovrebbe essere il primo a rispettarle tutte, ci si sarebbe aspettato che presentasse le sue scuse, che si coprisse il capo di cenere... Macché, Deputy è lì che si difende attaccando: i limiti sono troppo bassi, bisogna alzarli almeno a 150 in autostrada e a 70 in città. Bella roba davvero. Oltretutto il buon Deputy Speedy Gonzales fuorilegge ci sarebbe stato pure se la legge fosse stata quella che auspica lui: tra centocinquanta e centonovantatre c’è un lasso enorme. Ma lui no, non si pente: come fosse un bambino beccato con le dita nella marmellata e la bocca con i baffi color fragola, fa finta di nulla, parla d’altro, nega e intanto si compiace che tanti vogliano fargli da autista. Lui le leggi le scrive, mica è tenuto a rispettarle, come noi poveri cristi qualsiasi. E dire che fino a qualche giorno fa era lì che si lamentava perché i settimanali diocesani lo davano come facente parte della Casta. Ma guarda un po’ che strane idee che hanno in Diocesi. Un consiglio spassionato, almeno quello, però, me lo permetterà: dovrebbe dimettersi con la stessa velocità con la quale usa percorrere le strade della Marca.

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