Un’isola nella Rete

20 novembre 2003 Costume e società
Un’isola nella Rete

Che esistesse un posto chiamato Tokelau io l’ho scoperto solo qualche giorno fa, parlando con Frankie HI NRG: gli avevo chiesto il suo indirizzo Internet e, quando me l’ha dato, mi sono reso conto che aveva una country extension sconosciuta, dot tk. La country extensionè costituita da quelle lettere che seguono l’ultimo punto (dot) del vostro indirizzo elettronico e sovente si riferiscono alla nazione dove risiedete. Bene se dot it è l’Italia, dot de la Germania, e via così, cosa diavolo indicava quel dot tk? Transilvania, Togo, o che altro? Come - mi ha detto Frankie - non conosci Tokelau? E così mi ha raccontato la storia che io ora racconto a voi, la storia di un’isola piccolissima, costituita da tre atolli, a più di 500 miglia dalle Samoa Occidentali, 17 chilometri quadrati di superficie, abitata da 1500 persone. A Tokelau - che può essere senz’altro considerata il Paradiso, o la Patria Ideale di tutti noi utopisti e vetero-egualitaristi e un po’ testardi comunisti - vige l’Inati, un sistema tradizionale di divisione sociale dei beni che garantisce che a tutti, ma proprio a tutti gli abitanti dell’isola, sia garantito l’accesso alla stessa quantità di beni e risorse. Ma non basta: a dimostrazione che la giustizia sociale aguzza l’ingegno e stimola pure la libera iniziativa imprenditoriale, gli abitanti di Tokelau si sono inventati un modo davvero singolare di ’comunicare’ la loro esistenza al mondo, e di annullare, sia pure virtualmente, le centinaia di miglia marine che li separano da noi. Hanno deciso di registrare presso la International Standard Organization, l’organismo internazionale che regola le country estension, l’estensione dot tk e poi di metterla gratuitamente a disposizione di chiunque. Non scherzo, ognuno di noi, se vuole, può avere il proprio personale indirizzo postale gratuito con estensione dot tk, e anche un suo dominio, sempre gratuito. L’unica condizione è che esso sia visitato e utilizzato con continuità. E che voi non siate un operatore a scopo di profitto, o una multinazionale. Anzi, per le multinazionali, la fantasia degli isolani ha architettato un piano particolare. Ha pre-registrato 500 domini intitolati ai maggiori marchi mondiali e li ha offerti loro a un giustamente caro prezzo. Se entro un certo periodo non li acquisteranno, Tokelau li devolverà gratuitamente a enti e associazioni no-profit, che li utilizzeranno come meglio credono. Niente male vero? E mentre, in cerca di altre notizie, siete lì che cliccate su www.tk, ricordate: l’astuzia si addice agli agnelli…

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