[Legaville 14] Una risposta da Carneade

Quotidiani E-Polis - Il Treviso, 2006 14 ottobre 2006 Costume e società
[Legaville 14] Una risposta da Carneade

Sono preoccupato per la salute del Pro. E anche deluso, molto deluso. Qualche giorno fa, rispondendo a un mio pezzo di metà luglio, dedicato al mancato sgombero di Via da Milano, il Pro mi ha dato del Carneade. Ma come, non si ricorda? Sono quello che la ha paragonata a un talebano per le sue dichiarazioni sul Teatro Comunale, che l’ha definita razzista per quanto diceva e dice a proposito degli immigrati, che, disgustato, la battezzò maschilista becero per le sue dichiarazioni a proposito delle giovani immigrate che dovevan fare da «nave scuola» ai giovani di Razza Piave. Sempre io: quello che lei definì «sudicio sudista», l’amico di Paolini e Zanzotto a cui augurò di morire e di essere seppellito sotto venticinque metri di terra solo perché, quando la Sua Augusta Maestà decise di tagliare le panchine della stazione per non farci sedere gli immigrati, era insieme a quei diecimila che sfilarono per la città. E la chiamai a gran voce, quel giorno, a tutto sound system, per poterne infine parlare insieme, da persone civili, ma lei teneva la cesarea pro-cucurbita e il maestoso deretano e il cuor di leone al riparo, blindato nel suo ufficio, protetto da decine di divise, anche se nessuno ha mai capito quale fosse in realtà il pericolo da cui tentava di proteggersi. Ovvio che io, a sentirmi definire Carneade, mi preoccupi per la sua salute: saranno i segni dell’età, ma dimenticare tutto questo con tanta facilità è segno preoccupante oltre i sessanta. Non sarà mica che, da Pro-Sceriffo, mi diventa Pro-Smemorato di Collegno? E poi sono deluso. Ma come, uno come lei, che non le manda a dire, far finta di ritrovare un quotidiano di giorni fa per guadagnarsi il supposto vantaggio di dire: visto che li ho cacciati via? E’ farisaico e anche un po’ ingenuo. Chi vuole che le creda, benedetto uomo? E poi la smetta di parlare di sgombero: in realtà quelle famiglie una casa dignitosa l’aspettavano da anni, sarebbe bastato dar loro le chiavi prima e sarebbero spariti da sé già anni fa, come provavamo a spiegarle in tanti, Prefetto e Questore in testa. Ma una cosa mi rassicura: in fatto di volgarità gratuita, lei è sempre il campione indiscusso. Solo lei può pensare di discutere con qualcuno dicendogli che lo butterebbe nella discarica. La maggior parte di noi se ne vergognerebbe. Con arguzia, il suo menestrello da strapazzo.

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