L’ombrello di Lula, seguace del Doni.

23 novembre 2003 Costume e società
L’ombrello di Lula, seguace del Doni.

E’ buffo - e, da un certo punto di vista, piuttosto preoccupante - vivere in un mondo in cui è il buon senso a far notizia, non la follia. Tanto buffo da farmi tornare in mente una novella del Doni (Anton Francesco, fiorentino, poeta ed irregolarissimo di metà Sedicesimo) nella quale si narrava dell’infausta conclusione del truccaccio tentato da tre astronomi i quali, avendo scoperto che stavano avvicinandosi alla città nuvoloni gravidi di una pioggia che avrebbe fatto impazzire chiunque ne fosse stato bagnato, decisero di tacere, in modo da far impazzire tutti i cittadini e - una volta restati gli unici savi in circolazione - prendere il potere. Tutto si svolse secondo le loro previsioni eccetto che, una volta scesi in strada, unici savi a deambulare per le vie della città, furono immediatamente catturati e rinchiusi in manicomio…
Le morali della novella sembrano essere due: la prima sottolinea come follia e normalità siano divise da confini tutti ’culturali’, e dunque assolutamente relativi; la seconda, che dalla prima deriva, è, invece che, in un mondo governato da folli, i savi rischiano di fare una brutta fine. E la faccenda, vista così, risulta indubbiamente inquietante.
La novella mi è tornata in mente leggendo dei primi atti di governo del brasiliano Lula: togliere fondi alle spese militari per garantire tre pasti al giorno ad ogni brasiliano. Leggevo stupefatto e lo stesso stupore lo intravedevo tra le righe dei commenti…
Ma perché tanta meraviglia, mi sono chiesto? In fondo Lula ha fatto una cosa normale, sana, mentalmente equilibrata, che è il minimo che ci possa aspettare da un governante che abbia a cuore la sorte della sua nazione. Lula ha preferito nutrire i propri concittadini, piuttosto che armarli. Eppure la cosa ci colpisce… di più, ci stupisce, ci sorprende, ci lascia spiazzati. Ed è faccenda ancor più grave che , per converso, ci stupisca e ci scandalizzi sempre meno quando (praticamente sempre) certi governanti - occidentali e giottini e che pure il razionalismo e la democrazia si vorrebbe che l’avessero inventati e poi esportati nelle incivili plaghe amazzoniche - fanno l’opposto e tolgono soldi alla scuola, o alla sanità, per rimpolpare le spese militari. Ci sembra normale: in fondo aiuta l’economia e poi è sempre stato così… Come non fossimo più abituati al buon senso. Come non fossimo più abituati alla democrazia. Come se ci fossimo disabituati persino a sognare…
Che le piogge acide, che da decenni ci precipitano sulla cucurbita, stiano avendo su di noi lo stesso effetto della pioggia malignamente magica della novella del Doni? E, soprattutto, qual è stato l’ombrello di Lula?

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