Net&Blog [10]

5 giugno 2004 Net&Blog
Net&Blog [10]

Il blog si fa e poi si dice - Sono ormai molti gli interventi che si sono accumulati sul blog del convegno sulle Culture Digitali che si sta tenendo a Napoli in questi giorni, ma mi pare particolarmente interessante un contributo di C. Annese che affronta gli aspetti legati all’impatto pubblico del fenomeno blog e all’attenzione che osservatori esterni stanno dimostrando al riguardo. Alla base dell’intervento stanno due timori: in primis, che si stia studiando il blog solo in quanto fatto letterario e, in secondo luogo, che «proprio questi studiosi tentino di applicare (…) propri concetti, precostituiti e non sempre aderenti alla realtà, per autocertificare una capacità di analisi: osservandolo come si fa davanti a un acquario. (…). Ma questo si può compiere solo dall’interno dell’acquario, avendo a disposizione un patrimonio prezioso: l’esperienza quotidiana del fare blog» A piè dell’intervento sta un commento di Effe, autore di Herzog(http://herzog.splinder.it) - blog raffinato e spesso lapidario - che recita:« il blog si fa e non si dice». Come non comprendere questi timori, avendo davanti agli occhi la superficialità colonialista con cui spesso i media mainstream presentano il fenomeno? Ciò nonostante non sono d’accordo con i due assunti. Non c’è niente di strano nell’accentuazione letteraria dell’analisi dei blog ’personali’, poiché ci troviamo di fronte prima di tutto a una scrittura, a un testo. Il timore di osservazioni esterne che tentino di analizzare il fenomeno applicando categorie ad esso estranee, inoltre, si porta dietro un errore di fondo: spinge a ignorare che dietro ogni blog efficace c’è una piccola teoria della comunicazione (a volte una ’poetica’) che vuole essere interpretata. Rifiutare a priori un’analisi esterna di ciò che si fa, sarebbe negarsi alla comunicazione: una bella contraddizione in termini. In realtà nessuno può «impossessarsi» del fenomeno blog, come Annese sembra temere, perché nessuno può (ancora) impossessarsi della Rete. Immaginare la blogsfera, che è rete nella rete ancora più vasta del Web, come un acquario, è una metafora asfittica e pericolosa ed infatti Annese, che prima la usa ’criticamente’, poi ne resta prigioniero. Chi ha voglia di fare blog, nuotando come un pesce rosso in un acquario? Diciamo, piuttosto, che alle analisi esterne dovremmo affiancare letture ’interne’ efficaci, capaci di smascherare quanto deve essere smascherato, o di dialogare con quanto di interessante proviene da fuori. La blogsfera, in realtà, non è fatta solo dai blogger, ma anche dai loro lettori e da chi osserva il fenomeno per comprenderlo, almeno quanto la letteratura è fatta tanto di scrittori, quanto di pubblico e critica letteraria.
Il blog - insomma - a mio parere, si fa e poi si dice (e la letteratura si scrive e poi si descrive, se non altro perché c’è qualcuno che la legge: non conosco atti di lettura che non siano anche un’interpretazione).

Altro in Net&Blog

Altro in Teoria e critica