La Rivoluzione dei Weblog: Reporter Associati

13 dicembre 2004 Net&Blog
La Rivoluzione dei Weblog: Reporter Associati

Da un certo punto di vista è evidente che, tra le tante potenzialità che la Rete offre, quella di liberare nuove energie, di aprire spiragli inediti e preziosi di comunicazione a chi ne sarebbe escluso senza appello dai media mainstream, sia quella che attira più immediatamente l’attenzione del pubblico e degli analisti. Io stesso, su queste medesime colonne, ho più volte sottolineato l’importanza di figure come i pro-am, i dilettanti-professionisti, della letteratura, come della politica e dell’informazione, che, proprio grazie alla Rete, stanno facendo pesare in maniera significativa il loro ruolo nel panorama della comunicazione globale.
Ma la Rete non è soltanto questo, non è esclusivamente il territorio dei pro-am, la Rete ha significato anche la possibilità di espansione per le idee, le informazioni, i racconti di tanti ’professionisti’, che essi fossero scrittori, o poeti, o giornalisti e commentatori politici. L’Ur-blog italiano, ad esempio, fu ’inventato’ e messo on line su Emilia-net da un professionista della letteratura come Giuseppe Caliceti, uno dei primi diari digitali si deve a Giulio Mozzi (www.giuliomozzi.com), poeta, scrittore, editor, mentre un protagonista della sperimentazione in versi degli anni 90, Biagio Cepollaro (http://www.cepollaro.it), si trasforma in editore elettronico e diffonde gratuitamente, con l’iniziativa Italian Poetry e-book, preziosi e ormai introvabili testi di poesia e teoria critica, la critica e giornalista Loredana Lipperini apre il suo blog personale, Lipperatura (www.kataweb.it/kwblog/page/CLIP), e Jacopo De Michelis, editor Marsilio, ha legato alla collana che dirige un blog di discussione sul noir, Marsilioblack (http://marsilioblack.splinder.com). Sul versante dell’informazione basti qui citare Pino Scaccia, inviato Rai, che da tempo gestisce vari frequentatissimi blog (ad esempio la Torre di Babele, dedicata ai fatti iracheni, all’Url www.pinoscaccia.rai.it/torre, o In questo mondo di squali su http://pinoscaccia.splinder.com ), o Luca Sofri e il suo Wittgenstein (www.wittgenstein.it), o ancora Enzo Baldoni e il suo indimenticabile Blogdhad (www.bloghdad.splinder.com). Né si tratta solo di singoli, perché anche per i professionisti, come per gli amatori e i pro-am, l’unione fa la forza e i casi di net-working tra professionisti sono svariati anche in Italia: in letteratura, ad esempio, è il caso di Nazione Indiana (www.nazioneindiana.com) a cui collaborano vari scrittori e critici italiani, o di Romanzieri Associati (www.romanzieri.com), blog di informazione letteraria ed editoria digitale che fa riferimento all’editore napoletano d’if, a cui contribuiscono molti professionisti della parola.
Il caso più eclatante di networking tra professionisti del giornalismo, dimostrazione pratica di ciò che si può realizzare in rete grazie allo sharing tra prof, è, invece, quello di Reporter Associati, portale indipendente di news e analisi di esteri, diretto da Roberto Di Nunzio, capace, in un anno, di contabilizzare più di un milione di contatti, una cifra stratosferica, a maggior ragione per un’iniziativa che, al suo esordio, poteva contare solo sul know-how dei suoi protagonisti e sul vantaggio dell’assoluta accessibilità economica della ’produzioni’ digitali.
Per capire di cosa si tratti occorre tornare indietro di qualche tempo, quando, nei giorni della seconda guerra irachena, sul newswire di Indymedia apparivano le ’corrispondenze’ di Robdinz, nickname di Roberto Di Nunzio, giornalista di esteri con grande esperienza, che narrava, senza muoversi da casa sua, della quotidianità di Bagdad sotto assedio, facendo passare notizie e storie che la censura quasi implicita delle major dell’informazione oscurava senza pietà.
Robdinz raccoglieva le sue news e le sue storie grazie a una serie di corrispondenze via e-mail e telefoniche che gli giungevano come terminale di una capillare rete di freelance occidentali ed iracheni che operavano sul territorio, incrociate con le notizie ufficiali, delle grandi agenzie. Allora Reporter Associati ancora non esisteva. Eppure quell’esperienza è stata un po’ la matrice della successiva scommessa di Reporter Associati, anche se allora c’era semplicemente un singolo operatore che dall’Italia e con il solo aiuto di tecnologie ’domestiche’ low-cost e low-hi (telefono, computer) dimostrava come fosse possibile raccogliere e diffondere comunque informazioni diverse, nuove, spesso scomode. Reporter Associati è arrivato subito dopo, a coronamento di un sogno: mettere su un’agenzia di esteri basata comunque su mezzi ’poveri’, sullo sharing di informazioni tra numerosi soggetti, freelance, o giornalisti ’regolari’, comunque professionisti, il tutto convogliato su una striscia informativa accessibile a chiunque su Web.
Risultato? Negli ultimi tempi Reporter Associati ha collezionato numerosi scoop, precedendo spesso l’informazione mainstream ed è sempre più frequente trovare proprio il portale indipendente di Di Nunzio e dei suoi colleghi tra le fonti citate in molti pezzi di esteri su carta stampata e in TV. Proprio a Roberto Di Nunzio chiediamo qual è il segreto che sta dietro a tanta forza nel raccogliere e comunicare informazioni al di fuori dei canali ufficiali.
«Potrei dire la passione per questo mestiere. Ma sarebbe una risposta riduttiva. Diciamo allora che il segreto sta nella passione e nell’ambizione di riuscire a mettere in piedi (cioè on-line) una redazione di reporter "visionari" che, pur provenendo da esperienze professionali diverse, età diverse, culture diverse, avessero la stessa visione del mondo e dei fatti che nel mondo accadono sotto i nostri occhi e che provassero a "leggere" questi fatti analizzandoli in uno stesso "luogo". Così nasce il nostro "associarsi" spontaneo come Reporter Associati.»
Reporter Associati non è un blog (non ci sono commenti, non è un diario personale, ecc.), né un sito di informazione ’classico’ (la sua offerta è ben più ampia, dall’approfondimento alle recensioni, ai numerosissimi link, alle sinergie con l’informazione radiofonica indipendente di AmisNet) è insomma un sito ’dinamico’ . Lei come lo definirebbe?
«Il tentativo di fare un vero e proprio giornale. Con le consuetudini, le procedure, le "regole" e anche i "riti" di un giornale vero: un direttore, un board (che funziona come "ufficio di direzione" e al quale compete la verifica costante della linea editoriale che ci siamo dati), la redazione, i corrispondenti dall’estero e i collaboratori. Il nostro webmaster, Franco Dino Fossi, che è persona capacissima e intellettualmente raffinata, è il motore propulsivo del "giornale". Un "giornale" che ha la capacità di pubblicare ogni giorno almeno due analisi, o reportage da diverse aree del mondo e non meno di una ventina di "brevi". Una bella mole di lavoro… tutti i giorni. Che ci sembra sia stata "premiata" dall’enormità del numero di visitatori che in un solo anno di vita hanno frequentato Reporter Associati: oltre 1milione e 250mila, dati alla mano»
In Rete i dati, ’alternativi’ sono molti, a volte troppi. In una situazione come la nostra qual è il vero problema: avere i dati mancanti o, piuttosto, la possibilità di comunicare la loro interpretazione, specie se essa differisce da quella suggerita dall’ideologia mainstream?
«Noi ci siamo dati una "linea" che vuol essere la più impermeabile possibile a qualsiasi pressione o suggestione mainstream. Sappiamo di poter contare sulle nostre "intelligence" e non temiamo di prendere anche posizioni asimmetriche rispetto al "movimento", o ai canoni tradizionali (e forse anche convenzionali) della stampa di sinistra. Con una battuta potrei dire che Reporter Associati è l’unico media on-line che è anche un laboratorio di idee e di discussione intorno agli "affari internazionali". Come un piccolo "pensatoio" in continua trasformazione.»
Per seguire le elezioni americane avete scelto di aprire un blog vero e proprio, Watch USA 2004, che ha svolto e continua a svolgere un ottimo lavoro. E’ l’unico posto ad esempio dove si possano trovare tradotte in italiano le denunce di Greg Palast e Tom Hartmann a proposito dei brogli nello spoglio dei voti in Ohio. Quant’è importante non abbassare la guardia all’indomani della conclusione dell’ "evento mediatico", ma continuare ostinatamente ad analizzarlo, fino a comprenderne i veri contorni, cosa che l’informazione mainstream non può (o non vuole) fare e che invece è a portata di mano per media indipendenti come il vostro, più liberi di stabilire priorità sulla base di contenuti e valutazioni di lunga durata?
«Mai abbassare la guardia. E non esistono notizie importanti e meno importanti. Paesi grandi o piccoli. Esistono solo le notizie, gli uomini e le donne che producono quelle notizie attraverso il loro lavoro, le loro lotte, il loro impegno. Noi abbiamo solo il compito di diffondere informazione nel modo più chiaro e accessibile possibile. E quindi analizzarla, commentarla per quanti vogliono approfondire gli aspetti più significativi, o meno conosciuti. Il blog dedicato alle elezioni americane rispondeva proprio a questa esigenza: un media "leggero" immediatamente consultabile e comprensibile, con una grande facilità di aggiornamento che diffondesse non solo le notizie standard sulle elezioni così come arrivano dalle grandi agenzie stampa internazionali. E grazie al lavoro davvero eccezionale di Daniele John Angrisani (reporter indipendente di grande valore e di grande cultura) e Bianca Cerri (una delle più brave americaniste italiane, una vita spesa nella difesa delle minoranza afro-americana dentro e fuori le carceri Usa) l’esperimento ha funzionato. Nella sola notte delle elezioni, abbiamo visto dai nostri desk passare oltre 10mila visitatori. Una soddisfazione incredibile per tutti noi.». E un segno esplicito di quello che può significare oggi la Rete per l’informazione indipendente.

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