Net&Blog [05]

10 aprile 2004 Net&Blog
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Giuseppe Granieri e il Blog Aggregator [ http://www.bookcafe.net/blog/aggregator ] - Nella precedente rubrica discutevo del rapporto tra libertà e controllo in Rete a partire da uno scritto di Cortellessa. Visto anche il piccolo dibattito e l’interesse suscitato on line, vorrei oggi riprendere alcuni aspetti di quanto detto, parlandovi dell’esperienza di quello che i blogger italiani considerano un vero ’guru’. Mi riferisco a Giuseppe Granieri l’inventore del Blog Aggregator e l’owner di Blog notes [ http://www.bookcafe.net/blog/], uno che al problema della sconfitta del ’rumore’ nella blogsfera ha dedicato molti sforzi. Ma procediamo per gradi. Il Blog aggregator altro non è che una sorta di mega (o meta) blog collettivo su cui «aggregano» alcune centinaia di blogger , una sorta di piazza virtuale dove incontrare molto di quello che giornalmente viene pubblicato nel mondo dei blog italiani. Si tratta di una prima, a mio avviso efficacissima, risposta al problema della ’visibilità’ di quanto viene messo in Rete, di una di quelle pratiche orizzontali di «responsabilizzazione singolare-plurale» cui accennavo nella puntata precedente. Proprio Granieri si esprime sul rapporto tra controllo e libertà e su quello tra rumore e visibilità nella blogsfera, con un interessante scritto intitolato «Non esiste il post inutile», schierandosi dalla parte dell’assoluta libertà: « considerando il costo quasi nullo dell’espressione (in rete), (…) di fatto, basta un solo lettore per giustificare un testo, quindi niente -in assoluto- è inutile, almeno finché non si riesca a dimostrare che un testo non abbia fornito (e non fornirà mai in futuro) a nessuno nemmeno un leggero input di riflessione. In fondo, nel momento stesso in cui questo si verifica, la pubblicazione di quel testo acquisisce una sua ragione.» E a chi gli contesta che comunque un testo relativamente ’poco utile’ può aumentare il ’rumore’, danneggiando la visibilità di contenuti più importanti, ribatte deciso: «ciò che è rumore per me, non necessariamente lo è per altri. Io, come lettore, sono sempre socio alla pari dell’autore. Partecipo alla costruzione del senso, integrandolo con materiali mentali esclusivamente miei». Il vero problema è - piuttosto - quello degli "strumenti" « Se a volte abbiamo la sensazione di sbattere contro un muro di gomma, invece di trovare input interessanti, è solo perché non abbiamo ancora gli strumenti per muoverci con maggiore efficacia nella realizzazione pratica di questa piccola ex utopia chiamata espressione consentita a tutti.» Il Blog aggregator è la sua replica a questa carenza di strumenti, perché al fondo di tutto il ragionamento sta una visione del blog che va ben oltre la vulgata del «diario in Rete»: quella del blogging come pratica orizzontale e democratica di knowledge sharing. Interpretazione che io, qui, sottoscrivo in pieno.

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19 Messaggi del forum

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  • > Net&Blog [05] 21 aprile 2004 08:49, di g.g.

    Solo una rapida precisazione. Il Blog Aggregator è ad invito per due ragioni:

    1) è in beta "perenne" e serve come ’esperimento’;

    2) esiste già un progetto per una versione 2.0 (libera e totale) ma i costi di banda che imporrebbe sono molto al di fuori della portata di un privato.

    Tempo fa, prima di venirne a capo (con il progetto della 2.0) avevo scritto un po’ di note su come dovrebbe essere un aggregatore. Le ritengo ancora interessanti (sono qui: http://www.bookcafe.net/blog/blog.c...).

    g.g.

    Vedi on line : Blog Notes

  • > Net&Blog [05] 20 aprile 2004 16:21, di emma

    1) Con Malatesta avevo già discusso dell’argomento “autonomia del lettore” (o comunque di qualcosa di simile). E avevo già detto che - come lettrice - non sento il bisogno dell’“imprimatur” di uno specialista (o di un mediatore, o di qualcuno che detiene un’autorità particolare) che legittimi le mie opinioni e le mie scelte. Questo non significa che ritengo inutile lo specialista, né che le mie opinioni si materializzano in oro lucente.
    Sono consapevole della mia natura di dilettante, con quel che ne consegue.
    Credo ci possano essere rischi sia nella dipendenza dallo specialista sia nell’esaltazione del dilettantismo.
    Per il resto: sono d’accordo con Scarpa sulle questioni di principio, non sull’affermazione “Ogni altra discussione mi sembra superflua”.

    2) Non ne so molto di blog, ancor meno di blog aggregator. Sono più che mai dilettante in materia.
    Se non capisco male, Google è un motore di ricerca generale che persegue (tendenzialmente) l’esaustività della risposta, un blog aggregator è uno strumento orientato alla selezione, alla classificazione e alla visibilità dei soli blog (o - meglio - di una parte dei blog).
    I blog sono tantissimi, sono soprattutto opera di singoli - per lo più di singoli non specialisti, sconosciuti e a volte anonimi - che parlano e scrivono di tutto, dalla vita quotidiana del proprio gatto (i gatti mi piacciono molto, sia chiaro) alle teorie più astratte e profonde sui massimi sistemi. Nel mare magnum di Internet i singoli blogger ignoti al “pubblico” rischiano di passare inosservati. Un blog aggregator può aiutare a farli conoscere e a farli diventare "comunità", ricorrendo a una selezione “a monte” invece che al criterio dell’esaustività (criterio che in questo caso sarebbe forse velleitario e un po’ dispersivo).
    Una selezione “a monte” è scegliere qualcuno ed escludere altri, e questo comporta immediatamente problemi di libertà, autorità, potere, ecc.

    3) L’uso di un motore di ricerca esaustivo e non selettivo “a monte” tipo Google probabilmente dà al lettore più libertà, ma non credo sia esente da problemi.
    Google introduce inserzioni pubblicitarie, dà comunque la possibilità di ricorrere a barre selettive, è il motore di ricerca più utilizzato al mondo, può disporre di un numero enorme di informazioni sugli utenti (anche se dichiara di no e si impegna - contraddicendosi - a non farne uso), detiene un potere forte e non ancora del tutto noto o esplorato. E se nei prossimi anni sarà soppiantato da qualcosa di diverso (per effetto di concorrenza e di mercato, non di aspirazione al “bene”), i problemi di fondo (il potere, la privacy, la libertà…) non cambieranno, anzi forse diventeranno ancora più importanti.

  • > Net&Blog [05] 20 aprile 2004 14:08, di Vincenzo

    Concordo con Scarpa: il blog aggregator è bello, ma i blog aggregati sono ad invito. Ancora meglio se invece dei preferiti (che tocca controllare uno ad uno) si utilizza un newsreader, che controlla ogni tanto (quanto si vuole) tutti quei blog e siti web che espongono il cosiddetto "feed" RSS (che è un riassunto del contenuto del blog/sito). Con un click uno ha disposizione gli ultimi post di tutti i blog che gli interessano.

  • > Net&Blog [05] 19 aprile 2004 20:10, di Malatesta

    Ok, Scarpa, sono d’accordo su molti punti da te sostenuti (ormai ti do del tu, scusami, ma non riesco ogni volta a correggere i tu con i lei...)

    Avevo già chiarito di essere combattuto, di non avere un punto di vista unico e di essere in cerca di problematiche e soluzioni. Sai inoltre - o penso tu l’abbia capito - di certa mia tendenza a radicalizzare certe argomentazioni o prese di posizione solo per stuzzicare il contraddittorio (naturalmente, ho il mio aggregator nei "preferiti" e so usare google...)

    Il punto, penso, sia questo.
    A te, legittimamente, sembra che io consideri erroneamente "fessi" tutti i navigatori. Anch’io legittimamente potrei sostenere che tu, altrettanto erroneamente, consideri "iperintelligenti" tutti i navigatori. Voglio dire che i navigatori, come i lettori, sono diversissimi, e tra il mio "tutti fessi" e il tuo "tutti intelligenti" c’è un’ampia fascia di internettiani - forse una fetta consistente del popolo del web - che non è digiuna di internet ma neanche supernavigata (io ne conosco tantissimi). Inoltre, recentemente proprio su NI, si era aperto un dibattito su "lettori semplici" e "lettori profondi" (schematismo semplicistico, pragmatico e irreale, ovviamente): io, nel momento in cui postavo, parlavo PER e mi identificavo CON questa fascia di navigatori-lettori (ecco perché ti sembrava che non sapessi usare google o facessi finta...).

    In sostanza, io penso che ci siano molti che sono potenzialmente dei buoni lettori (cioè dei lettori in grado di leggere, capire e apprezzare opere profonde, non semplici "narrificazioni" per dirla con te), ma - stornati dalle promozioni televisive, da quelle dell’industria culturale, dalle top-ten dei libri più letti ecc. - restano dei lettori mediocri. Questo accade nel mondo là fuori ed è una questione alla quale anche tu, per quello che ho letto, sei molto sensibile. Qui sul web, è vero, il sito della mondadori che pubblicizza Faletti e quello di Nazione Indiana hanno la stessa visibilità, e questo è un grandissimo bene. Ma per il resto, certa inesperienza di lettori o di navigatori - mi sembra indubbio - paga. In più, oltre all’inesperienza parziale di lettori e navigatori, paga anche la quantità sempre più pervadente degli interventi web. Io, semplicemente, mi chiedo se c’è un modo di andare in contro a questa fascia di lettori-navigatori. Sono pateticamente paternalistico?

  • > Net&Blog [05] 19 aprile 2004 01:24, di Tiziano Scarpa

    Scusate, ho saputo di questa bella discussione solo ora.

    Quel che penso è:

    1. Ciascuno può farsi il proprio blog aggregator da sé. E’ nella barra del menu del programma di navigazione. Si chiama "Preferiti". La PRIMA VOLTA forse costerà un’ora districarsi nei link di google, ma in poco tempo si saranno scoperti i link ai siti che interessano, e li si saranno aggiunti alla lista dei "Preferiti". Ogni altra discussione mi sembra superflua.

    2. Mi pare ricorrente in Malatesta un presupposto culturale: che i lettori siano passivi, se non fessi. Che abbisognino per forza di strumenti, indirizzi, completezza di informazione pre-digerita, pre-formata. Ma come, proprio in Rete? La Rete non è la tivù. Qui si sceglie. Chi naviga qui sa quello che vuole, e quando non lo sa capita per caso, meravigliosamente, in cose inaspettate. Perché segnare per forza le rotte di navigazione? Cos’è questa paura del mare aperto?

    3. Granieri fa un ottimo servizio. Ma anche il suo, irrimediabilmente, è soggettivo, parziale (ammesso che io abbia capito bene come funziona il suo blog aggregator). Perché ha invitato quei blog e non altri? Ma questa sarebbe una critica ingenerosa. Nelle cose io guardo QUEL CHE C’E’, non quel che manca. Quel che manca (o meglio: quel che io ho la sensazione che manchi) me lo cerco da me. Sono grato a Granieri per quel che dà, non gli rimprovero quel che non dà o non può o non vuole dare. Apprezzo il contributo, non sto a petulare sulla sua eventuale limitatezza.

    4. Creare un blog aggregator delle riviste culturali in rete, secondo me, be’, quello sì che sarebbe un passo verso la formazione di un "micropotere", la calcificazione di un’élite. Perché segnalare nell’aggregator alcuni articoli e non altri? Visto che in un aggregator BISOGNA selezionare, perché metterci il link a cinque recensioni che parlano di un libro e non ad altre tre che parlano di un altro libro? Che libri segnalare? Quelli appena usciti? E perché mai? Per seguire pedissequamente il mercato? Ma è questa la cultura? Stare per forza sull’attualità del mercato librario? Ecc. ecc. (i miei sono solo esempi).

    5. O Malatesta non sa usare Google, o fa finta. Per sapere che cose c’è in rete sull’ultimo libro di Pinco Pallino, basta digitare su Google il nome dell’autore PIU’ il titolo del libro. Ne escono fuori NON SOLO le recensioni di Genna Scarpa e Voce, come parrebbe desiderare elitariamente Malatesta con l’idea dell’aggregator, ma anche degli altri, grazie al cielo. E i risultati non sono affatto tanti, districarsi non è difficile, si vede a colpo d’occhio se il link rimanda a una recensione. Se ho veramente voglia di fare un lavoro di confronto fra le voci che offre la rete su un libro, significa che sono motivato, e non ho bisogno di delegare questo lavoro a un blog aggregator. Me lo faccio da me.

    Vedi on line : http://www.nazioneindiana.com

  • > Net&Blog [05] 17 aprile 2004 13:16, di Malatesta

    Non ce n’è bisogno, caro Lello. Io stesso ho postato l’invito a Scarpa, sotto la promozione del blogrodeo, su NI. Quindi lui lo sa... Ma, ripeto, lo capisco...

    Quanto al discorso mediatori, avete ragione: speriamo che internet gli spazzi via tutti. Certo, il problema della quantità esiste, ma non dispiace l’idea che ognuno si faccia "mediatore" di se stesso e che così il livello critico del "pubblico della poesia" e della letteratura in genere sia elevato.

    Io, comunque, penso che le logiche culturali di fuori, presto entreranno in internet - in parte lo stanno già facendo. Per questo bisogna creare un esempio, un modello, un precedente antisistema, come una piccola postazione di difesa...
    Esagero?

  • > Net&Blog [05] 17 aprile 2004 08:24, di Lello Voce

    Cari amici scusate il ritardo, ma sono giornatacce.
    Sono d’accordo con Giuseppe. Di mediatori, come direbbe qualcuno che conosco, ne abbiamo fin sopra i capelli. Gli editor italiani fanno già danni che basta con la carta stampata, Dio non voglia a ritrovarseli tra i piedi anche su Rete. D’altra parte, certi atteggiamenti di cui si lamenta Malatesta nascono proprio dall’autonomina di certuni (più di uno, credimi, Malatesta) a cyber-editor.

    Ma, al di là di questo, ciò che è decisivo è proprio la differenza teorica che è alla base dell’analisi di meccanismi e caratteristiche della rete e che Giuseppe sottolinea ad essere decisiva.

    La Rete è un’occasione epocale, non perdiamola riproponendo anche qui, meccanismi e dinamiche che, oltre ad aver già fatto danni devastanti su carta, rischierebbero di essere inutili e fastidiosi se trasportati sul Web.

    Scarpa prima o poi passerà, ma se Malatesta vuole, posso evvertirlo che c’è bisogno di un suo parere.

    Buon fine settimana a tutti (e buona lettura di Net&Blog 6)

    lello

  • > Net&Blog [05] 16 aprile 2004 23:54, di Malatesta

    Sì, caro Giuseppe, hai ragione.
    Non che quello sia il mio preciso pensiero ma, ecco, sono combattuto e cerco qualche risposta.
    Ma quali sono gli altri e migliori strumenti?

    Quanto a Scarpa, passi. Penso che non ne voglia sapere. Peccato (Anche se dopo tutte le ultime diatribe, capisco che abbia voglia di riposarsi un pò) ...

  • > Net&Blog [05] 16 aprile 2004 12:11, di Giuseppe Granieri

    Io ci sono.

    Rispondo brevemente perchè sono alla fine di una settimana terribile e intensa, però ce la metto tutta e inquadro alcuni temi, non tutti. Guardiamo soprattutto agli aspetti di ’logica democratica’:

    1. Scrive Malatesta: "il rischio, dunque, è di fare un aggregator con cento siti di pessima qualità che sommergano il sito di Lello Voce o di qualche altro valido poeta o scrittore.". Secondo me questo è un principio pericoloso e molto "ancient régime", che non ha più senso applicare nel nuovo ecosistema dei media. Portato all’estremo, questo principio, ci conduce ad un modello in cui una voce ’nuova’ ha possibilità di emergere quasi nulle. Chi decide che A scrive meglio di B anche se A è affermato? E in base a quali parametri? Per quale tipo di pubblico? Chi può stabilire con esattezza che per C la sensibilità di B (ignoto e non gradito da D) non sia uno spunto di emozione e riflessione?

    2. Scrive ancora Maltesta: "allo stesso modo bisogna evitare la "sindrome del Lazarillo de Tormes" come la chiama il poeta Filippo Davoli ("quel librino di picaresca era pericolosissimo, per il regime; sicché, lo stesso regime spinse alla pubblicazione di altrettanti libri di picaresca, simili al Lazarillo ma inoffensivi…": è quello che rischia di accadere in internet)."

    Anche questo, imho, è un falso problema che deriva da una impostazione pericolosa del ragionamento sulla Rete. Dare voce a tutti significa potenziare la nostra capacità di discernimento e di esercizio critico. Se da un punto di vista ’tecnico’ è un problema di strumenti (e ce ne sono di enormemente più avanzati, oggi, rispetto al Blog Aggregator) , da un punto di vista più generale è solo un problema di divulgazione. La Rete non è facile da capire e non basta dare alle persone un computer e un collegamento. La Rete cambia il nostro rapporto con la conoscenza (e questo, vi renderete conto, è già più difficile da spiegare in un mondo in cui la comunicazione è veloce). La Rete, di fatto, realizza ’praticamente’ il passaggio dal cittadino informato (che sa alcune cose) al cittadino monitorante (che sa come informarsi su TUTTE le cose). La Rete è il passaggio dal DATO al METODO... Siamo davvero sicuri che sia utile selezionare sulla base di una qualità SOGGETTIVA piuttosto che "educare ciascuno a farlo autonomamente in un regime di libera espressione?" :)

    Vedi on line : Blog Notes

  • > Net&Blog [05] 16 aprile 2004 01:09, di Malatesta

    Cerco di spiegarmi meglio.

    Innanzitutto, il mio discorso verte su gli e-zine, riviste internettiche di letteratura, anche sui blog di contenuto letterario, ma non specificamente sui blog.

    Quando Lello Voce chiarisce il bisogno di un aggregator, un contenitore, una serie di ponti o qualcosa del genere riguardo ai siti letterati, è sulla mia stessa linea d’onda. La letteratura - a differenza dei blog - è anche una questione di competenza, al di là dei gusti, nel cui campo vige il più legittimo relativismo (non voglio dire, naturalmente, che i blog sono fatti da incompetenti, capiamoci, ma che un diario può essere tenuto da chiunque, anche se i migliori diari saranno quelli delle persone più intelligenti e preparate, mentre una critica letteraria o una poesia richede, necessariamente, una competenza...)

    Ma - mi spiego - quello che io auspico non è una pura "somma di solitudini", uno zibaldone (mi pare che un termine del genere esista in rete riaguardo ai blog) di siti e blog, ma una "relazione" di queste solitudini, una sorta di "rete nella Rete" ("lo stato nello Stato", ricordi, caro Lello?). Ma fornisco un esempio, per essere più concreto.

    Se esce il nuovo libro di poesie di Mario Benedetti (l’esempio, ahimé, è sempre quello), io sogno una piattaforma di siti letterari in cui le varie recensioni, opinioni, elogi o stroncature del libro siano messi a confronto. Vediamo che ne dice Scarpa... ah, adesso vediamo che ne dice Voce... beh, cambio canale e mi vado a leggere la recensione di Genna.. ecc. Oggi, per fare una cosa del genere, è necessario digitare su Google: "Mario Benedetti" e andarsi a spulciare tutti i siti - librerie online che vendono il libro, cataloghi delle case editrici, blog forum o siti in cui si dice "caro amico, oggi ho comprato il libro di Benedetti" o cose simili - trovando poco e facendo un estenuante lavoro di ricerca (pensa a mettere un nome come "pasolini"!) per un minimo di confronto di giudizi e opinioni.

    Riguardo, poi, ai prodotti letterari - racconti, poesie ecc. -, il guaio è che una questione dirimente della letteratura è proprio il problema dell’alta e bassa qualità. Guardate che là fuori si stampa ormai di tutto, cose orribili, impensabili... Con due, tre milioni tutti stampano tutto e spesso il prodotto di qualità si perde e non è raggiungibile in questo mare magnum. C’è una deriva editorialistica gravissima e, in fondo, a ben pensarci, la storia della letteratura è spesso la storia di grandi opere e autori passati inosservati nel generale marasma letterario...

    Per questo dico che il discorso sui siti letterari ha una sua complessità e differenza rispetto a quello generale sui blog. E poi, non sempre il discorso del "suffragio universale" - se così possiamo chiamarlo - va di pari passo con la democrazia. Lo dice anche Silone: "Le riforme democratiche operate in Italia dopo il 1880 da re Umberto [...] rispondevano a chiari intenti reazionari. Il numero degli elettori fu allargato da 150 mila a 2 milioni. Il re pensò che un elettorato di 2 milioni di individui, in gran parte poveri e ignoranti, poteva essere manovrato dal governo meglio di un elettorato di 150 mila persone. Infatti fu così. Sotto l’apparenza di una più estesa democrazia, riuscì al re Umberto di rafforzare l’indipendenza dell’esecutivo". Senza entrare nel merito del discorso politico, m’interessa tracciare un parallelo politica-letteratura. Non è detto che la qualità del discorso letterario in internet migliori con la quantità, creando un aggregator di tutti i siti di contenuto letterario, anzi può accadere benissimo il contrario...

    Per questo dico che il discorso è complesso e contraddittorio, e deve necessariamente essere rapportato a un discorso sugli strumenti...

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