Indietro Savoia! o dell’anti-Risorgimento

28 novembre 2003 Costume e società
Indietro Savoia! o dell’anti-Risorgimento

L’Italia è una nazione singolare: dopo aver convissuto per più di un secolo con la Questione Meridionale, se l’è scrollata d’improvviso dalle spalle, per sostituirla con quella Settentrionale, quasi che fosse la stessa cosa provare a rendere meno dura la povertà, o più competitiva la ricchezza. Le cose non stanno così, e vale la pena di tornare a parlarne, principiando da Marsala, se non altro come omaggio al Sabaudo che torna a calcare il Patrio Suol. Alla verità sulle vicende che portarono all’Unità d’Italia avevo già accennato in un mio precedente intervento e vedo che il tema è ripreso da Battista su «La Stampa» in una recensione a un saggio di Del Boca (Indietro Savoia!, Piemme) che apre squarci inquietanti su quanto è realmente accaduto nel Sud d’Italia negli anni immediatamente successivi all’Unità. Chi leggerà Del Boca, o certi libri di Cutrufelli, o De Jaco, scoprirà molte verità scomode. Quella, ad esempio, di un meridione che era assai meno arretrato di quanto si pensi, con un’industria che fioriva grazie all’intervento statale e al protezionismo e che fu spazzata via in pochi mesi dall’abbattimento delle tariffe dogali e dalla sordità del nuovo Governo, oppure la storia di una borghesia che, dopo essersi servita dei contadini come strumento per scacciare i Borboni, li tradisce, nega loro le terre, reprime nel sangue rivolte e occupazioni e trasforma in briganti quegli uomini e quelle donne che pensarono che libertà significasse anche l’accesso delle plebi a condizioni di vita sopportabili e che ne ebbero in cambio disoccupazione, leva obbligatoria, corti marziali. Scoprirà che furono anni lunghi, di esecuzioni sommarie e di fame, di stato d’assedio e di colonnelli che si aggiravano per le campagne, lasciandosi dietro una scia di sangue. Come a Pontelandolfo, più di 500 morti, tutti trucidati in una sola notte dalle truppe piemontesi: uomini, donne, vecchi, bambini. E poi stupri, incendi, violenze. Nel solo 1862 ci furono più di 15.000 fucilazioni, per la maggior parte eseguite sul posto, senza alcun processo. Scoprirà che il neonato neo-sabaudo Regno infine italiano, incapace di colonizzare alcunché, inventò una strana forma di endocolonialismo, esercitato sulla parte più debole della nazione, vero peccato originale del capitalismo italiota. Perfino la sinistra, prigioniera della pregevole, ma parziale, analisi gramsciana, ha faticato a vedere il genocidio che si celava tra le pieghe del nostro Risorgimento, dando ai pessimi Borboni colpe che non avevano e che spettavano piuttosto ai colleghi di Casa Savoia. Ora, io non pretendo certo che, in quest’Italia delle verità negate, ci dicano cos’è realmente accaduto a Piazza Fontana, a Ustica, a Ilaria Alpi, o a Carlo Giuliani. Per intanto, potrebbero, però, iniziare a dirci la verità almeno sul Risorgimento. Poi, sapete com’è: da cosa nasce cosa…

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