[Delicatessen 131] Embedded made in Italy

1 settembre 2007 Politica e movimenti
[Delicatessen 131] Embedded made in Italy

La Presidentessa del Comitato Verità e Giustizia ha scritto un’ironica e amarissima lettera aperta ai redattori dell’Unità e di Repubblica nella quale, a nome di tutti gli umiliati e offesi (e picchiati e torturati e uccisi) di Genova, si scusa con le forze dell’ordine per averle costrette a fare ciò che hanno fatto alla Diaz, a Bolzaneto, ad Alimonda: tutta roba che macchia il loro curriculum. Si scusa per averli costretti a compiere quella che Amnesty ha definito « la più grande violazione dei diritti umani in un paese occidentale dal dopoguerra». E’ una lettera che, mi sento di scommetterlo, firmerebbe anche la mamma di Federico Aldrovandi, massacrato di botte senza ragione nella nebbia di una maledetta notte ferrarese. La Bartesaghi ha ragione: visto che son tutti d’accordo sull’integerrimo comportamento di De Gennaro e compagnia, tutti, da Violante sino a Fini, dall’Unità sino alla Repubblica, allora vuol dire che la colpa è delle vittime, non degli aguzzini. Se De Gennaro, appena inquisito, diventa Capo di Gabinetto, se Gratteri sarà uno dei vice di Manganelli, se ci si ricorda di sottolineare che Manganelli a Genova non c’era, dimenticandosi che fu in costante contatto con i colleghi, se praticamente nessun quotidiano italiano ritiene necessario riprendere le scandalose novità sul caso Aldrovandi portate alla luce da ‘Chi l’ha visto’, vuol dire che abbiamo sbagliato noi a credere di vivere in una democrazia avanzata, mentre siamo solo cittadini di serie B di una Repubblica delle banane, in cui la parola di una divisa vale sempre 100 volte quella della sua vittima.

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