Net&Blog [12]
Il pro-am e l’editoria - Non ho potuto seguire di persona i lavori del convegno napoletano sulle Culture digitali, ho dovuto dunque accontentarmi degli abstract delle relazioni. Ciò nonostante, comunque, mi pare utile segnalare un interessante intervento di Jacopo De Michelis, curatore della collana Marsilio Black e dell’omonimo blog (http://marsilioblack.splinder.it), dedicato all’impatto della Rete sulla letteratura. De Michelis fa riferimento alle teorie di Charles Leadbeater, guru informatico dell’entourage di Blair, già noto per certi aspetti inquietanti del suo pensiero, che egli stesso aveva sintetizzato affermando: «Siamo rivoluzionari sul piano scientifico e tecnologico, ma conservatori su quello politico e istituzionale». Nonostante queste ambiguità ideologiche, il pensatore inglese ha molte frecce al suo arco e giustamente De Michelis sottolinea l’importanza della sua analisi, soprattutto a proposito dell’intuizione che individua la formazione di una nuova figura sociale ed intellettuale, il pro-am, soggetto a metà tra professionista e dilettante (professional-amateur, il pro-dilettante, diremmo in italiano), protagonista della cosiddetta mass-amateurisation (dilettantizzazione di massa) destinata ad avere in futuro enorme importanza. De Michelis ne conclude che: «nel caso specifico del sistema editoriale, la trasformazione in atto riguarda soprattutto il ruolo del lettore, che nella catena della produzione editoriale (autore -> casa editrice -> distribuzione/libreria -> critica -> lettore) è stato finora l’anello ultimo e più debole, il terminale muto e passivo di scelte e messaggi semplicemente subiti, ma che adesso diventa protagonista, acquisisce voce e potere, andando ad occupare spazi tradizionalmente di competenza della critica letteraria ma che essa non intende o non sa più coprire». Su questo mi permetto di dissentire: non si vede davvero la ragione per la quale l’impatto di questo fenomeno - realmente epocale - dovrebbe risparmiare editoria e distribuzione. O almeno io mi auguro fortemente che non accada, visto che è proprio lì la strettoia che strozza la possibilità di espressione di tante energie nuove e libere.
I latifondisti del Web - Sul bel blog di Lorenzo C (http://www.lorenzoc.net/index.php), trovo un breve post, molto interessante. Pare che Dave Winer abbia deciso, da un momento all’altro, di chiudere il suo servizio di hosting, weblogs.com, gettando nel panico migliaia di blogger, rassicurati però dalla promessa di Winer (bontà sua) di archiviare tutti i materiali già esistenti. Morale: è un bel parlare di libertà della Rete, ma in realtà siamo ostaggi di un gruppo di web-latifondisti, che ci tiene in pugno. Che accadrebbe se Splinder decidesse di fare lo stesso, sia pure soltanto per rinnovare l’hosting e trasformarlo in un servizio a pagamento? Meditiamo, gente, meditiamo…
Altro in Net&Blog
-
Blog: il dialogo alla riscossa
Da un po’ di tempo si discute molto di weblog sulla carta stampata: (...)
-
La Rivoluzione dei Weblog: Reporter Associati
Da un certo punto di vista è evidente che, tra le tante potenzialità che la (...)
-
La Rivoluzione dei Weblog: intervista a Personalità Confusa
Lui si chiama x§°nalita’ c°nfu§a (si legge: personalità confusa) e (...)