Le belle notizie non fanno notizia (anche in letteratura)

20 novembre 2003 Letteratura e arti
Le belle notizie non fanno notizia (anche in letteratura)

Le belle notizie non fanno notizia, lo so. Ma io una bella notizia voglio darla lo stesso. L’Italia è un paese ricco di ottimi poeti giovani. Non di giovani poeti, si badi, ma, appropriandosi del distinguo anceschiano, proprio di poeti giovani, di autori, cioè, che, pur essendo giovani all’anagrafe, sono comunque dei veri artisti, con una propria spiccata personalità, un loro stile formato, proprie idee di poetica - e non solo di poetica - in cui credono e per cui si battono. Dei poeti a tutto tondo, insomma. Sono uno diverso dall’altro, battono strade differenti, ma hanno in comune curiosità, grande abilità formale e la voglia dirompente di ricominciare a dire. Alcuni vengono da milieu più accademici o ’tradizionali’ - e penso alla lingua risentita, colta e densa di Florinda Fusco, o alla matematica precisione di Fabrizio Lombardo - altri come Andrea Inglese adoperano con crudeltà il bisturi filosofico, intingendolo nel veleno di una ritmica senza respiro, altri ancora, come Sara Ventroni, Christian Raimo, Vincenzo Ostuni, fanno dell’oralità un’arma tagliente e tra un Poetry Slam e l’altro sperimentano session con musicisti, o, come Giovanna Marmo, fanno delle loro composizioni veri e propri spettacoli multimediali. E sono tutti bravissimi e proseguono testardi, conquistandosi spazi con le unghie e con i denti, lottando, magari in gruppo - è il caso dei torinesi Spara Jury ironici e spietati almeno quanto colti e disincantati . Sono meno che quarantenni, a volte meno che trentenni e si muovono nomadi, tra un festival e l’altro, tra una casa editrice piccola e una minima, questa o quella Casa della Cultura, si ritagliano uno spazio nei Centri Sociali, a volte spacciandosi per rapper, oppure semplicemente navigano in rete. Ma in ogni modo fanno poesia. E di alto livello.
Certo, lo so che la poesia non vende, non ha pubblico, interessa pochi. Ma so anche che non c’è civiltà senza poesia, so altrettanto bene che il pensiero stesso e la nostra capacità di immaginare sarebbero monchi senza poesia e che dunque noi dobbiamo a questi giovani della gratitudine e dell’attenzione, nel nostro stesso interesse. E se poi il problema è quello che spazio e occasioni ci sono solo per le cose che vanno di moda, allora, problemi zero - che aspettiamo? Se si riesce a vendere qualsiasi cosa, perché non la poesia? Se la poesia non va di moda, impegniamoci tutti e lanciamo la moda della poesia… Nel frattempo: stay tuned

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