La rosa e la voce

25 gennaio 2006 03. L’esercizio della lingua
Poesie 1991-2008
La rosa e la voce

e sono come scorciatoie del corpo e dell’anima come le cosce i polpacci
tesi allo sforzo del piacere come nervi e corde che si fanno frasi come stasi
immobili sull’acrobazia della vita come parole sospese nel vortice della materia
come un abisso in cui precipiti e vedi infine le tue gambe le braccia la traccia
del pensiero perché piuttosto c’è bisogno di voce di fiato che dice c’è bisogno
della fattura e della sua matrice del conto esatto dei decimi e dei millesimi
della frattura che scheggia l’osso che lo getta oltre l’ostacolo della mossa
che salta il fosso c’è bisogno piuttosto d’una lentezza lenta che allenta e
distende d’un lungo respiro a braccia intrecciate c’è bisogno piuttosto
dei tuoi fianchi e dei capelli dei tuoi occhi c’è bisogno piuttosto d’un
costante silenzio rotto dal tuo ansimare intermittente c’è bisogno del
dente bianco da belva piuttosto c’è bisogno della zampata vivace che
squarta e sconfigge piuttosto che la morra dei dadi dei destini dei confini
che come abiti o camicie di forza c’è bisogno piuttosto di questo bicchiere
che ci fa vedere il mondo maledetto e porco lo sporco delle unghie e degli
occhi gli schiocchi dei grilletti i tonfi dei morti di miseria la lista seria dei
dispersi c’è bisogno piuttosto di versi che sappiano ancheggiare di poesie
pingui di sillabe che scavino la fossa di soli mandolini e flusso di coscienza
c’è bisogno di una scienza dei nostri sentimenti poverelli degli amori da
pipistrelli vissuti a testa in giù dei fratelli e dei coltelli c’è bisogno piuttosto)

(ma una voce è soltanto una voce un’atroce particola di corpo
che lanci addosso agli altri che ti si appiccica alle orecchie una voce
è soltanto una croce di sangue graffiata sul timpano fulminato
stando di lato, in disparte, a perdifiato.)

questa nostra miseria minima e mediocre questo privilegio privo d’ogni agio
questo plagio che si frantuma negli occhi questo pulviscolo di futuri e muri
intercambiabili come amori sfuggenti come dolori penetranti come odori
persistenti di sentimenti fritti di bagnomaria di speranze farcite d’oltranze e
scommesse senza rischio come un fischio che penetra tra le cosce che sfonda
la vulva d’aria la bolla che ci separa che violenta il silenzio e lo fa vibrare che
ti carezza i capelli o ti porge una rosa una cosa credimi incredibile labile
incomprensibile come il segno fragile affranto ai piedi del muro a muso duro
c’è bisogno piuttosto di bruciarsi i polpastrelli alla luce una cosa un po’ truce
c’è bisogno piuttosto di carezzarsi ai polpacci farlo piano piano dolcemente
d’accudirsi le ginocchia e rimboccarsi la schiena c’è bisogno piuttosto di bocche
che sappiano che dire di lingue che sappiano come soffrire di lettere di fuoco che
sale sappiano mettere sulla coda del male di frasi tese come muscoli gonfie
come stomaci felici c’è bisogno piuttosto di labbra affilate come denti per
poterlo di nuovo pronunciare di dimenticanze e gengive colme come stive
di un’altra occasione del coraggio di sfuggire all’attrazione cieca del tuo
odore squillante come vocale accentato dalle ciglia ritmo svelto che spariglia
c’è bisogno piuttosto di questo silenzio che fa risuonare la voce di quest’onda
di questa vibrazione fonda della dignità c’è bisogno piuttosto d’un po’ di vanità
d’aprire gli occhi di smettere di dormire d’iniziare a sognare o piuttosto di morire)

(ma una voce è soltanto una voce un’atroce particola di corpo
che lanci addosso agli altri che ti si appiccica alle orecchie una voce
è soltanto una croce di sangue graffiata sul timpano fulminato

stando di lato, in disparte, a perdifiato.)


Lello Voce: Lyrics
Michael Gross, Frank Nemola: Music

Lello Voce: Spoken
Michael Gross: trumpet, glockenspiel,electric bass
Leonid Soybelman: electric guitar
Alexandre Babel: shaker, tambourine
David Haller: drums
Frank Nemola: electronics

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1 Messaggio

  • La rosa e la voce 16 marzo 2008 00:59, di Cristiana Patruno (chicca)

    Lello non mi stancherei mai di leggere quello che scrivi...

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