Shortcuts n°4 - La semplicità è il comunismo (che è difficile a farsi)

Berlino, 2006 8 ottobre 2006 03. L’esercizio della lingua
Poesie 1991-2008
Shortcuts n°4 - La semplicità è il comunismo (che è difficile a farsi)

Prima esecuzione
Lello Voce & MutterOrchestra diretta da Michael Gross
Brecht Fest Berliner Ensamble.
Il file MP3 contiene la registrazione audio della performance.

stringimi le pupille tra le mani e impediscimi di vedere
che ormai il sangue versato si sta seccando stanco sugli
stipiti e agli angoli delle vie che i brandelli di ogni idea
si sono conficcati all’altezza del fegato e in schegge hanno
polverizzato l’osso macellato muscoli sono esplosi come
schermi stringimi forte ai polsi e senti come pulsa il pensiero
come pompa sogni e delusioni a raffica come la voce annega
oltre l’eco che la nega che la maschera di sentimenti guarda
una volta ancora gli stenti le paure che ci offuscano le menti

lascia che le lacrime asciughino le guance che gli occhi coprano le
ciglia tutte
le miglia percorse in questo nostro cavarcela da onesti delinquenti)

la semplicità credimi è il comunismo ciò che è difficile a farsi
è questo stare insieme senza disprezzarsi questo morire senza
pentirsi il coraggio di contraddirsi di tenere l’ultimo colpo per
sé e rifiutare la catarsi il mettersi nell’angolo e colpirsi o più
semplicemente accettare di svegliarsi affrontare il dolore le ore
dell’alba il tuo sguardo le carezze e l’odore muto della malva
restare in equilibrio sulla punta della lingua cercare gli spazi
pingui dove è caldo il vento e non è importante se menti se simuli
piangi e tremi se tenti tutti i trucchi se sputi gli amori come denti

lascia il singhiozzo dire ciò che ha da dire che il respiro sia muto
che l’imbuto
del morire sia discesa precipitosa veloce fino al destino dei dolenti)

io venni tra gli uomini al tempo della sconfitta nell’era catodica della
catalessi e degli errori già commessi degli orrori cassati in un me ne
frego della memoria corta e della malavoglia nei giorni del muro e del
duro accasciarsi delle torri quando sono collassati i sogni tra polvere
e risate tra riti e religioni mentre la fine ci sembrava una speranza
mentre non era mai abbastanza e l’ingordigia di vita era la strage
il consumarsi inarrestabile della brace era il tuo sguardo cieco verso
un’altra terra la siderale vertigine del male l’ira sciocca dei negligenti
l’atomo oscuro che anche se tenti non c’è bromuro che lo addormenti

lascia che il tatto sia interfaccia che lo sguardo si faccia infine
traccia grigia
del cablaggio che il silicio addenti le menti e il futuro delle genti)

così trascorre il tempo che mi è dato sulla terra e niente di diverso
più accade tra pianeti e stelle tra satelliti e galassie e nel condominio
del mio cuore nella nostra joint venture di destini e sentimenti che
non è un contratto ma il nostro disperato dar di matto dicendo amore
cuore tutto il dolore quell’unico fiore e l’errore di credere che ci fosse
onore rinunciando al colore per destini al vapore che sfrecciano alle
nostre spalle per il nostro precipitare a valle lungo le strade che vanno
al mare allo tsunami di mani e piedi e nasi e fiati che ci fa travolgenti
fattori di democrazia e civiltà torturatori lenti goffi inutili e violenti

e noi che avremmo voluto sulla terra edificare la gentilezza
noi non potremo essere gentili)

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