Un’altra poesia possibile - di Daniela Rossi

Poesia, giugno 2009 16 giugno 2009 03. L’esercizio della lingua
Poesie 1991-2008
Un’altra poesia possibile - di Daniela Rossi

Al cuore della raccolta poetica di Lello Voce “ L’ esercizio della lingua ( poesie 1991 – 2008 ) “ con annesso il DAVD Piccola cucina cannibale, troviamo il tema classico delle avanguardie del XX° secolo: il rapporto impossibile tra poesia e rivoluzione e l’ affidamento alla poesia del futuro che lo scacco della rivoluzione ci nega. E’ Voce stesso che lo confessa nella dedica al figlio “ perché il futuro sia “. La sua ricerca, documentata a ritroso dal 2008 al 1991, si svolge in un panorama devastato sotto il profilo politico, culturale e sociale: questo giustifica la presenza sempre più ossessiva di immagini di crudeltà, distruzione e morte.
La stessa figura di Prometeo - Titano indomito di fronte alla terribile punizione divina – si decompone sotto i colpi del martello di Efesto, anche se le sue membra e il suo sangue costituiranno prezioso alimento per i ribelli del futuro. Cresce negli anni in Voce la consapevolezza che al cuore del reale oppure al centro del suo sguardo c’ è una continua, insistita contraddizione, talvolta un violento ossimoro, una vicinanza o una fraternità pericolosa tra ciò che l’ esperienza produce e la sua mimesi rovesciata e stravolta nella poesia. Questa pare essere la cifra caratteristica della generazione a cui il poeta appartiene. Non a caso ritorna il riferimento classico a “ noi che avremmo voluto sulla terra edificare la gentilezza – noi non potremo essere gentili “. Tra l’ invocazione della parola più alta “ il verbo essere “ giustificata dall’ affermazione che “ senza parole sembra di morire “ e l’ asserzione brechtiana secondo cui “ il comunismo è la cosa più semplice da dirsi e la più difficile da farsi “, il poeta guarda al proprio tempo come quello della sconfitta nell’ era catodica, rifiutando insieme ogni illusoria consolazione ma anche una troppo facile rassegnazione. Nel corso degli anni Voce si emancipa sempre più dal debito riconosciuto nei confronti di alcuni maestri e di alcuni riferimenti linguistici e poetici, da Jahier a Zanzotto, dall’ avanguardia del Gruppo 63 ad Haroldo De Campos…Questo carattere fortemente assimilativo nei confronti di esperienze che il poeta rielabora secondo le proprie necessità espressive, diventa nell’ ultima produzione la “ piccola cucina cannibale “, che gli consente una poesia “ in X lingue “, aperta ad una polisemia potenzialmente infinita .
Negli anni poi, l’ opera di Voce è diventata sempre più oggetto polivalente, che unisce in intima connessione testo, voce, musica e immagini, grazie alla proficua collaborazione con artisti importanti ( Paolo Fresu, Luigi Cinque, Antonello Salis, Giacomo Verde, Frank Nemola…).
All’ interno del testo, pubblicato nella collana “ fuoriformato “ diretta da Andrea Cortellessa, vi sono importanti contributi critici: l’ introduzione di Gabriele Frasca, la postfazione di Marianna Marcucci, l’ intervento in versi di Wu Ming 1 e un saggio musicologico di Stefano La Via.

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