Dev’esserci un virus che colpisce i politici di sinistra quando diventano sindaci. Almeno alcuni. Lo chiamerei la Sindrome Cofferati: una vita passata a far manifestazioni per l’uguaglianza e la libertà, che svaniscono in un attimo, per lasciare il posto a politiche che farebbero morire d’invidia persino ‘falchi’ come La Russa, o Storace. Una volta si diceva: da giovane incendiario, da vecchio pompiere, ma qui, più che in pompieri, certi sindaci si trasformano, absit iniuria verbis, in questurini. A Padova si crede di sconfiggere la prostituzione mettendo multe, mentre il muro di Via Anelli è ancora lì, tanto quanto gli spacciatori, solo con qualche buco in più (il muro, intendo e, al limite, i clienti dei pusher). Il più incredibile di tutti è il sindaco di Torino, Chiamparino, che si scopre tutto d’un botto proibizionista. L’hanno portato al ‘Tossic park’ e lui, che evidentemente sinora ha fatto il sindaco di Torino risiedendo chissà dove, ne è rimasto colpito e dunque eccolo scendere in guerra contro la droga. E perché la droga vada perseguita lo dice con chiarezza: perché «la nostra società non può accettarla». Come mai non possa, visto che accetta consumi record di alcolici e nicotina, rimane un mistero che il sindaco non chiarisce. Lui è colpito dal fatto che un terzo della popolazione si droghi. A parte il fatto che, mettendoci dentro alcolici e sigarette, a drogarsi è almeno il 90% , non gli viene in mente che di fronte a cifre del genere bisognerebbe prendere atto e non proibire? Cosa vuol fare? Destinare ai lavori socialmente utili un terzo degli italiani?
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