Letteratura e reale [3]: qualche timida e sommessa domanda a Moresco & Co.

28 febbraio 2004 Letteratura e arti
Letteratura e reale [3]: qualche timida e sommessa domanda a Moresco & Co.

L’idea mi è venuta leggendo l’intervento di Moresco, oggi su L’Unità: è vero, la Rete ci permette di essere più liberi (e mi fa piacere che persino Moresco se ne sia accorto) allora, non ritenendo cortese continuare a tediare la redazione del giornale con cui collaboro con la richiesta di avere spazio per rispondere a questo o a quello, ho pensato che questo sito fosse il posto giusto per continuare un po’ il discorso. Voi che leggete (pochi o tanti che siete) vi prego, diffondete: non ho l’indirizzo mail di molti che cito e meno che mai di Moresco, così magari (col passaparola, e il copia-incolla) qualcuno di loro legge e infine risponde alle mie piccole e modeste domande… Che nell’ordine sono:

1) E’ colpa mia se Carla Benedetti aggredisce Luperini inveendo, arrivando al punto di chiedere al Direttore de L’Unità di non pubblicare più certi interventi? Sono io che sono in malafede, o una roba del genere è un invito alla censura (se possibile preventiva)? Coi tempi che corrono, non mi pare cosa di buon gusto… Eppure c’è chi protesta (anche in alto loco) dicendo che il mio articolo è pieno di «insulti» , solo perché ho ritorto contro Cotroneo un termine da lui stesso usato nel suo intervento - ’scrittori da premiopoli’ -, mentre un mio amico scrittore mi ha mandato un SMS scandalizzato, sostenendo che il termine ’Professoressa’, da me accostato al nome di Carla Benedetti, è un (rieccoci!) «insulto maschilista»… Maschilista, sì, avete letto bene… Non è che c’è qualcuno tra noi che ha dosi un po’ troppo massicce di ego ed amor proprio? Eppure io non ho mai detto a Carla Benedetti di vergognarsi e tacere, non l’ho definita un vecchio arnese della critica. Né ho dato a Moresco, o a Scarpa del ’padrino’. Mi sono limitato a dire che Busi era narcisista e criticamente ’autistico’. Che Cotroneo non mi sembrava la persona più adatta a impersonare la letteratura di ricerca in Italia. Ordinaria amministrazione letteraria, mi pare. Non ho chiesto che i pezzi di Busi non fossero più pubblicati, perché insultava Gramsci sul giornale fondato da Gramsci… Perché Carla Benedetti (o Busi, o Scarpa) può alzare la voce con chi gli pare e io non posso nemmeno sottolinearne l’arrogante maleducazione? Facendo così nego a Benedetti e a Busi il diritto di difendersi? Moresco lo crede davvero? E difendersi da che cosa poi? Non mi pare che Luperini li attaccasse personalmente nel suo intervento…

2) E’ una sorta di riflesso condizionato, un atteggiamento pavloviano, o che altro, quello che colpisce molti dei coinvolti in questo dibattito ( e in quello precedente, nato da un pezzo di Covacich)… L’intervento di Moresco non fa eccezione, purtroppo. Non puoi dire che, secondo te, così in Italia non va , che loro subito rispondono: ma allora non hai letto i miei libri… Che dire? Potremmo chiamarlo il Riflesso del Piazzista… O del Berluscone, che della categoria è l’indiscusso Ur-leader. Sarò invecchiato, ma una volta non si faceva così… era considerato maleducato. Per carità… i tempi cambiano, sono io che devo adeguarmi… Certo che una volta si sarebbe detto che eravamo di fronte a una risposta di tipo schiettamente (e tristemente) corporativo. E mia nonna avrebbe risolto la faccenda col proverbiale : chi si loda s’imbroda….

3) Scrittori dal fronte occidentale (con la cui citazione ossessiva Scarpa, Moresco e Benedetti interpolano i loro interventi, Busi no, quel libro non l’ha scritto lui, e dunque semplicemente non esiste, è irrilevante) è, a mio opinabilissimo parere, un pessimo contributo alla discussione attorno alla guerra, quanto di più schiettamente ’letterario’ (dunque inutile e, per l’appunto, corporativo) mi sia capitato di leggere. L’introduzione para-futurista di Moresco era certo quello che mi ha più negativamente colpito (sottoscrivo ogni parola che al proposito ha detto Andrea Cortellessa), seguito a ruota da quello di Carla Benedetti . Mi spiace, ma la penso così. Peccato che invece Moresco non avesse niente da dire nei giorni di Genova (allora, non oggi, dopo due anni) e che non ricordo una ed una sola parola di questi due intellettuali ’disobbedienti’ ( non parlo di Genna, o di Evangelisti, di Nove, di Wu Ming, o di Philopat, o di quelli che Moresco considererebbe vecchi arnesi dell’Avanguardia, come Balestrini, che invece la loro l’hanno detta, eccome) a proposito di tale argomento. Poco ’letterario’ evidentemente. Ma posso sbagliarmi, non leggo tutto, proprio non ce la faccio, al contrario di Moresco, e così potrebbero essermi sfuggiti i loro interventi, che nel caso leggerò con piacere… Insomma, sia detto senza ironia, aspetto con fiducia che mi si smentisca, io mi cospargerò il capo di cenere, ma magari - per una volta - ci troveremo poi tutti d’accordo su qualcosa e cercheremo di renderci utili assieme, visto che si avvicina la data di un processo importante a ragazzi che si sono limitati a difendersi da pestaggi selvaggi e un intervento di autori così ’visibili’ come Moresco, o Busi, potrebbe essere cosa augurabile e di qualche efficacia…

4)A qualcuno di costoro è venuto in mente che io di mestiere faccio - con tutti i miei evidentissimi limiti, per carità - il poeta e lo scrittore e che avrei potuto legittimamente rispondere anch’io a Luperini (il quale certo non mi pone fuori dal mazzo) che non aveva letto Farfalle da combattimento, o Eroina? (tra l’altro, Moresco, lui, li ha letti i miei libri? Se non lo ha fatto, non ammetterò mai di aver letto i suoi…). A qualcuno di costoro è forse venuto in mente che il problema posto da Luperini non fosse relativo al valore dei singoli, ma alla capacità nostra collettiva (anche di Luperini stesso) di aprire dibattiti ed approfondimenti seri, decisivi? A qualcuno di costoro è venuto in mente che esiste la possibilità di aver letto e navigato tutto ciò che loro indicano e di continuare a pensare che in Italia la faccenda sia comunque triste? O che ci sia qualcuno (un vecchio critico, o un giovane ’ometto, gregario del potere’) che possa continuare a credere che il problema della critica e della storiografia letteraria italiana non sia quello di scegliere tra Calvino e Pasolini (ma il correttore automatico del mio PC mi suggerisce insistentemente, chissà perché, Pisolini… ), ma che piuttosto bisognerebbe parlare di Villa, Pizzuto, Cacciatore, Spatola, Porta, Lombardi, Delfini, Calzavara, Morselli e via così?
Io da anni vado sostenendo, nei pochi spazi pubblici che ho a disposizione, che in Italia c’è una splendida generazione di nuovi poeti, ad esempio, e non ho percepito quanto diceva Luperini come un attacco a questi nuovi ottimi poeti, né a me, anzi, guarda un po’, proprio il contrario. Chi vuole può leggere su questo stesso sito quanto ebbi a rispondere a un poeta che stimo profondamente, Edoardo Sanguineti, a proposito di un suo: après moi le dèluge, pronunciato durante il Convegno bolognese dedicato ai quarant’anni del Gruppo 63; ho fatto parte del Gruppo 93, che pure Luperini ha sostenuto, eppure non ho mai pensato che Luperini o Sanguineti stessero sottovalutando il mio lavoro, non l’ho pensato semplicemente perché non mi sembrava il punto principale da discutere. Mi pareva che ci fosse un problema "generale" da discutere, e non mi sembra bello confondere se stessi con la globalità del reale... Sbagliavo?

5) Quale sarebbe il potere - evidentemente ’gregario’ -che gestisce il sottoscritto? Quello di recensire qualche libro su L’Unità? Al contrario di Moresco, di Benedetti, di Scarpa, di Busi, io ho pubblicato da un editore ’visibile’ solo una volta nella mia vita, e ancora non mi capacito di come sia potuto accadere tale sproposito. I miei romanzi vengono rifiutati da anni dalle case editrici ’visibili’, quelle che pubblicano Busi, Moresco, Cotroneo, ecc. ecc, alcune gestite magari da sinceri estimatori ed amici di Moresco, perché (la risposta standard è questa) pur se scritti benissimo, trattano temi «abusati, di cui non vale la pena di parlare», che poi sarebbero tossicodipendenza e reclusione… Io oramai non ci credo più e penso - più semplicemente - che probabilmente ho scritto due brutti romanzi e che loro sono gentili con me e mi dicono così per non ferire il mio amor proprio. Moresco chieda informazioni a Tiziano Scarpa, mio caro amico, e gliene racconterà delle belle. A Moresco (o a Carla Benedetti, o a Busi) è mai accaduto di ricevere da una nota casa editrice ’visibile’ una lettera nella quale - dopo un’analisi entusiasta dei suoi versi - lo si metteva a giorno del fatto che però non si sarebbe pubblicato il libro in quanto di poeta facente parte del famoso e malnato Gruppo 93 «che non rientra(va) nelle scelte editoriali della Casa Editrice [sic! Con le maiuscole!]»? Se vuole posso mostrargliela… Tutto ciò - scusandomi sentitamente con tutti i lettori per la citazione patetica dei ridicolissimi e irrilevanti miei guai personali - mi dà almeno il diritto di farmi una grassa risata quando Busi si atteggia a censurato? Cosa pensano Moresco e Scarpa del fatto che mi si sia stato impedito di partecipare a un dibattito, solo perché ero critico con Busi, prestigioso collaboratore della testata ? Busi è un ’padrino’? Se sì, perché non lo hanno detto?

6) Davvero Moresco pensa che le Avanguardie «abbiano sempre cercato di rendere difficile la vita agli scrittori del nostro paese»? A chi? A Bassani, a Pratolini? a Pasolini? a Scarpa? E come? Mi spieghi e sarò solidale con lui, ma intanto non pensa che questo suo auto-proporre sé e il proprio lavoro come la soluzione al problema puzzi tanto di vecchia Avanguardia?

7) Cosa ne pensa Moresco, ’disobbediente e incontrollabile’ delle leggi sul copy e, nel caso sia contrario, cosa aspetta (lui, Busi e tutti gli scrittori e i critici «incontrollabili e disobbedienti» come lui) a mettere in rete, in copyleft i suoi scritti pubblicati ed attualmente in distribuzione, come segno tangibile della sua scelta politica? E tutti coloro che concordano con lui in questa polemica, che sono il nuovo che avanza e che magari svolgono mansioni di rilievo nelle major di questo paese, editor o responsabili di collane, sarebbero disponibili a firmare contro il copyright e a lottare materialmente, a partire dal loro posto di lavoro, per far sì che leggi medievali e fasciste come queste siano abolite? Se sì avvertitemi e solidarizzerò immediatamente con tutti loro...

8) E’ d’accordo sul fatto che una parte rilevante della Sinistra italiana abbia cavalcato per anni il Debolismo, affermato la morte delle ideologie, e che oggi, molti di costoro sono lì in prima fila a strepitare per l’impegno politico anti-Berlusconi? E, se concorda, non ritiene che sia di qualche utilità sottolinearlo?

9) Concorda sul fatto che la politica ’scolastica’ dei governi di certa Sinistra è stata ambiguamente e selvaggiamente liberista e che è stata certa Sinistra, per prima, a introdurre in Italia la cosiddetta scuola-azienda e i presidi manager e che ha addirittura provato a discriminare e a spaccare la categoria con la proposta dell’immondo concorsone? Non valeva la pena di parlarne un po’, cogliendo l’occasione, piuttosto che riempire righe e righe col tormentone del "ma quanto siamo bravi noi, e quanto sono ciechi quelli che non lo ammettono"...?

10) Moresco è del parere di Busi a proposito del giudizio che lo Yepes (Narciso) Busi dà della lingua di Gramsci? Posso avere fiducia che almeno lui conosca tutti gli studi dedicati a tale tema?

11) Cosa pensa Moresco delle pagine intere che alcuni quotidiani della sinistra snob hanno dedicato a fenomeni come Sanremo, dei peana su Celentano - geniale interprete della TV progressista-, o dei salamelecchi che alcuni dei blog che lui cita hanno dedicato recentemente al neo-petrarchismo di certi poeti , Mario Benedetti, ad esempio… Come funziona la nuova letteratura italiana: un sonetto petrarchista, se viene promosso in Rete, diventa la novità decisiva del nostro panorama poetico…?

12) Cosa ha da dire (autorevolmente, come gli si conviene) sui problemi riguardanti la ’forma’ romanzo da me posti nel mio intervento (così magari cominciamo a parlare in modo davvero produttivo e utile)?

13) Quali, tra i seguenti insulti contenuti nel suo scritto su L’Unità, posso considerare come direttamente rivolto a me, tanto per potermi regolare… Purtroppo, al contrario mio - uso ad indicare nome proprio ed attributo quando attacco qualcuno (es: Busi , è un narcisista; Benedetti, è arrogante e intimidatoria), lui, invece, si limita agli attributi , dimenticandosi i nomi propri…: a) gregario, b) ometto, c) superficiale, d) appartenente a piccole congreghe, e) intellettuale cortigiano abituato a fare il servo, f) piccolo guardaspalle con i piedi dentro dieci scarpe.

Una risata, abbiate fiducia, ci seppellirà…

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21 Messaggi del forum

0 | 10 | 20
  • Penso che Moresco quello che ha da dire lo deve dire nei suoi libri di narrariva che sono di altissimo spessore, mentre è di basso spessore il suo articolo sull’unità. Dica quello che dice sull’Unità nei suoi libri di narrativa. E non cada nella trappola della cattiva volontà e del cattivo umore.

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