[Legaville 28] Lo Strabismo Mariano dei Teo-dem

Quotidiani E-Polis - Il Treviso, 2006 12 dicembre 2006 Politica e movimenti
[Legaville 28] Lo Strabismo Mariano dei Teo-dem

Hai voglia a tentare di fare distinguo: a volte un suffisso rischia di essere ininfluente. Mi riferisco agli ormai celeberrimi Teo-con e ai neonati, ma temo altrettanto nefasti, Teo-dem. Che siano Dem, o siano Con, qui in Italia su certi temi i due Teo vanno a braccetto, in evangelica fraternità. Legaville non fa eccezione, anzi. Interpellati sull’iniziativa padovana del riconoscimento anagrafico delle coppie di fatto, i politici nostrani prendono posizione. Tutta la destra è contraria, ci mancherebbe: va bene andarsene a braccetto con certi signori che negano l’esistenza di Auschwitz, ma di qui a dire sì ai diritti delle coppie gay ce ne passa! Loro sì che sanno che cos’è la vera barbarie! Ciò che mi lascia basito è piuttosto la dichiarazione della senatrice della Margherita Simonetta Rubinato, evidentemente in corsa per soffiare la palma di Teo-dem più Teo dell’anno alla sua collega Binetti, una che se ne va in giro fiera per aver fatto bocciare le aperture della Turco sulle droghe leggere, in pace con la sua coscienza per aver garantito un po’ di galera in più a qualche altro migliaio di giovani consumatori di marijuana. La senatrice Rubinato, interrogata sull’iniziativa padovana, prende le distanze: «la nostra Costituzione assegna una tutela preferenziale alla famiglia fondata sul matrimonio. Ma con priorità alle coppie eterosessuali, perchè in queste famiglie ci sono dei figli, diversa la situazione delle coppie omosessuali, la cui scelta va rispettata, ma sarebbe una forzatura applicare loro i diritti delle famiglie con figli. Perchè prima del diritto normativo, viene il diritto naturale». A parte che esistono anche coppie eterosessuali senza figli, e sempre più ce ne saranno, viste le leggi sulla procreazione assistita che i Teo, Con e Dem, fanno approvare, viene da chiedersi cosa accade ai cattolici italiani quando leggono la Costituzione. Sembra quasi una singolare forma di Strabismo Mariano. Se citano l’art. 29, dedicato alla famiglia, fingono di vedere un riferimento all’eterosessualità che proprio non c’è, se, al contrario, leggono l’art. 33, dedicato all’istruzione, ecco che scompare, come per incanto, tutto il passaggio in cui si esplicita che l’istruzione privata deve essere libera, ma «senza oneri per lo Stato». Io sono laico, ma i Vangeli li ho letti e tutto ciò mi pare, absit iniuria verbis, un po’ farisaico.

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