Vittime delle vittime

20 novembre 2003 Politica e movimenti
Vittime delle vittime

Qualche giorno fa, durante una puntata di Sciuscià, Gad Lerner ci consigliava di leggere Vittime, di Benny Morris, perché leggere questo testo ci avrebbe aiutato a comprendere meglio tutto l’orrore che il terrorismo suicida ha provocato e provoca tra gli innocenti cittadini israeliani. Faceva bene per due ragioni: perché invitare a leggere un libro, soprattutto in momenti in cui sembra parlare solo la voce della vendetta e dell’odio irrazionale, è un dono prezioso, che può riaprirci d’incanto le porte della riflessione pacata e del dialogo, ed anche perché Vittime, è certamente un bel libro. Io vorrei allora ricambiare con un mio ’contro-dono’, consigliandogli (e consigliandovi) di leggere un altro libro eccezionalmente bello, La questione palestinese (Gamberetti ed.), di Edward Said, intellettuale arabo di grande spessore che vive negli States. Leggerlo aiuterebbe Lerner a capire come il sionismo affondi le sue radici nel cancro antico del nazionalismo e nella rogna (anche questa tutta nostra, europea) del colonialismo, come la Palestina e i palestinesi, la fila secolare e interminabile delle loro sofferenze, abbiano una specificità che non può essere confusa nella marmellata indistinta dell’ ’arabismo’; sfogliare le pagine dense e risentite di Said potrebbe forse convincerlo di quanto continuare a giudicare il macellaio Sharon prima come ebreo e solo dopo come capo di un governo di estrema destra, guerrafondaio e miope, continuare a invocare come a priori di ogni discussione un qualsiasi privilegio ’etnico’, sia pure fondato sul ricordo terribile dell’orrore più grande che mai sia stato commesso nel secolo appena chiuso, non farà che mettere in moto un meccanismo distorto che rialzerà, mascherati da muraglie di protezione, quegli stessi muri che il razzismo nazifascista aveva eretto intorno a un così nobile popolo. Chi difende i diritti del popolo palestinese, ma Lerner lo sa bene, non ha niente a che fare con i rigurgiti immondi di antisemitismo a cui, semmai, offrono la sponda i crimini che l’esercito di Sharon compie nei Territori occupati.
Le vittime non possono invocare, per il fatto di essere vittime, il privilegio di essere al di là della Legge, anche perché è solo nel rispetto della Legge che sta la loro salvezza. Che lo si voglia o no, il nocciolo tragico della situazione palestinese è tutto e prima di tutto qui: nell’essere - come recita il sottotitolo del testo di Said - vittime delle vittime…

Altro in Politica e movimenti

Altro in Teoria e critica