Verso Genova

19 novembre 2003 Politica e movimenti
Verso Genova

Che cosa significa il fatto che in un mondo supposto avanzato, in una Europa supposta democratica, in un paese come la Svezia, per anni modello di tolleranza e solidarietà sociale, un signore che si chiama Bodstrom e che fa il Ministro della Giustizia, di fronte a un ragazzo disarmato, ridotto in fin di vita dalle pallottole sparate ad altezza d’uomo da poliziotti schierati a difesa del privilegio dei potenti del mondo, dichiari: « La polizia non ha affatto perso il controllo, erano autorizzati a sparare»?
Che cosa significa? Lo chiedo a voi, gentili lettori…
Esiste una sola ragione al mondo la quale, in una democrazia compiuta, autorizzi le Forze dell’Ordine a fare fuoco su manifestanti disarmati? Quale sarà, a Genova, il prossimo passo? Il coprifuoco per tutti e tre i giorni del vertice, con l’ordine di sparare a vista sui contravventori? E’ tollerabile sequestrare un’intera città solo per permettere ai rappresentanti di un organismo che nessuno ha eletto di riunirsi e decidere, nostro malgrado, dei nostri destini e di farlo senza che ad alcuno sia permesso di esprimere il suo dissenso?
Da molte parti si chiede l’annullamento del G8 di Genova e questa richiesta, alla luce di quanto successo a Goteborg, è certamente legittima e rappresenta la soglia minima entro la quale possa ritenersi mantenuta e salvaguardata quella che si chiama ’democrazia dei diritti’.
Per altro verso, deve essere chiaro che una democrazia vera è una democrazia nella quale a tutti e a ognuno sia garantito di manifestare pacificamente dove vuole, come vuole e contro chi vuole. Cioè che, in linea di principio, G8 o non G8, Genova dovrebbe restare città aperta. Basterebbe questo a garantire l’ordinato svolgimento della protesta.
Temo che non avverrà nessuna delle due cose. Ricordiamoci di Goteborg e di queste richieste, però, prima di commentare ciò che dovesse accadere a Genova in luglio.
Qualche decina di anni fa Pier Paolo Pasolini, in un intervento restato famoso, ricordò ai giovani contestatori che quei poliziotti che essi attaccavano erano i loro padri. Oggi, si parva licet, paradossalmente per le stesse ragioni, io voglio ricordare a quei poliziotti che saranno schierati a Genova che gli uomini e le donne contro cui potrebbe essere loro chiesto di sparare sono i loro figli, nipoti, fratelli: uomini e donne che sono lì a manifestare pacificamente perché il privilegio non abbia il diritto di impossessarsi del mondo, di renderlo schiavo, avvelenarlo, ucciderlo, un mondo dato a tutti in uso e a nessuno in proprietà, come scrisse Lucrezio già secoli e secoli fa.
Prima di premere il grilletto, vi prego, pensate che, se sparerete, sparerete prima di tutto contro voi stessi e contro il futuro e i sogni dei vostri figli.

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