Una polemica denuncia: giù le zampe dal Poetry Slam!

22 agosto 2004 12. Poetry Slam
Una polemica denuncia: giù le zampe dal Poetry Slam!

Io sono contrario al copyright. Lo aborro. Ciò non toglie che pensi che chiunque copi le idee altrui, o si impossessi degli scritti degli altri, delle loro iniziative, in modo fraudolento, distorcendole e infangandole, sia un pessimo soggetto. E’ falso ed ipocrita, per dirla con evangelica litote.
Per questo, dopo molti mesi di pazienza, ho deciso che era arrivato il momento di dire basta.
Signori di Interrete giù le zampe dal Poetry Slam! E giù le zampe da ciò che scrivo!
Ma vi faccio un sunto dell’intera faccenda, prima di proseguire…
Qualche tempo fa, a maggio, nei giorni dell’ultima Fiera del Libro di Torino, mi giunge una telefonata allarmata dagli amici di Sparajurij: «Lello, guarda che c’è un tizio, qua al Lingotto, che delira e dice di essere stato lui a introdurre il Poetry Slam in Italia!» Sono cascato dalle nuvole. A chi poteva venire in mente di dire castronerie del genere in pubblico, e per giunta alla Fiera del Libro di Torino?
La storia della nascita dello Slam in Italia è ampiamente notiziata, ne hanno parlato quotidiani, settimanali, riviste, siti Internet, trasmissioni radio e televisive. Su una cosa non c’è dubbio alcuno: che ad aver organizzato il primo Poetry Slam italiano è stato il sottoscritto, con Nanni Balestrini e Luigi Cinque, nel marzo del 2001, vincitrice Sara Ventroni, ospite Edoardo Sanguineti, e che al sottoscritto si deve la sua diffusione in Italia. Potrei fare un elenco lunghissimo di pezzi giornalistici, trasmissioni, interviste, che confermano quello che dico. Lo sanno anche le pietre in Italia e - posso dirlo senza ibris - anche qualcuno fuori d’Italia (potrei citare Marc Kelly Smith ad esempio, o Rayl Patzack, o gli amici del Poetry Festival di Rotterdam). Su questo stesso sito c’è materiale in abbondanza. Dunque inutile tediarvi ancora. Chi vorrà controllare, ne avrà agio.
Ma allora perché un tale signor Rossano Trentin, che era lì con il signor Andrea Giannasi e che con l’ulteriore signor Massimiliano Zantedeschi mi risulta che diriga l’inclita associazione culturale Interrete, da me mai conosciuto, invitato nientemeno che alla Fiera del Libro di Torino per organizzare uno Slam, invece di slammare, stava lì a dire bugie in pubblico e a farsi bello con le iniziative altrui?
Era mai possibile che chi dirigeva una manifestazione prestigiosa fosse stato tanto malaccorto da mettersi nelle mani di un tizio del genere? Ma era proprio così. Una vera vergogna, ma le cose stavano proprio in questo modo!
Gli amici di Sparajurj, ovviamente, alla fine della dotta prolusione del Trentin, si sono alzati e hanno detto a tutti come stavano le cose. Lui pare che abbia biascicato qualche scusa, né mi risulta che poi chi dirige tanto prestigiosa manifestazione libraria si sia curato di cacciarlo via a calcioni nel sedere per le figure grame che procurava. Morta lì. E morta lì pure per me, anche se molti amici mi dicevano: fa’ qualcosa, questi qui procurano danni a tutti! Intervieni!
Ho lasciato perdere: in fondo erano fatti loro, loro problemi, se per sopravvivere nella giungla letteraria avevano bisogno di fare cose del genere. Da allora mi sono arrivate varie notizie (e proteste) su Slam male organizzati, con regole inventate lì per lì, e, di dritto o di storto, Interrete c’entrava sempre, ma continuavo a dirmi: lascia perdere, lo Slam non è proprietà di nessuno, ognuno si organizza gli Slam che si merita, ecc.
La pazienza l’ho persa qualche giorno fa, andando per caso visitare il loro sito. Non solo Gatto Trentin e Volpe Zantedeschi andavano in giro a dire frescacce, ma avevano pure deciso di cambiare il regolamento dello Slam - facendosene uno a uso, consumo e interesse proprio; non solo copiavano frasi intere dei miei scritti, senza il pudore di citare almeno una volta la fonte ( un esempio tra tanti, dal loro Manifesto dello slam: «Lo Slam Poetry è un modo nuovo di proporre la poesia al grande pubblico, una modalità inedita e rivoluzionaria di ristrutturazione del rapporto poeta - lettore. Lo Slam è sport e arte della performance, è poesia sonora, vocale. Lungi dall’essere un salto oltre la critica, il Poetry Slam è un invito pressante al pubblico a farsi esso stesso critica viva e dinamica.» Belle frasi, peccato che siano copiate in modo pressoché integrale da miei scritti ampiamente pubblicati, ad esempio qui), ma a piè pagina ci avevano pure messo il simboletto del Copy. Per carità: proprietà letteraria riservata e privatissima!
Si mette il copy su idee, su frasi intere, copiate dagli altri… Robe da pazzi!
Ho sempre passato i compiti a scuola, ma ho sempre odiato chi provava a copiare alle mie spalle. Normalmente erano quelli, che non solo erano asini, ma anche viscidamente serpentini.
Infatti, il Regolamento di gara, i Signori di Interrete - tra un plagio e un altro dei miei scritti - se lo erano cambiato proprio bene: 4 giurati popolari e un Presidente (proprio così: un PPPPPRRRRResidente, ovviamente deciso da loro) in modo da tenere tutto sotto controllo… Bella roba davvero. Direi una vera truffa!
chi non ci crede può andare a controllare qui, avendo la pazienza di andare all’art.6 di detto (anzi cosiddetto) Regolamento. Ovviamente ognuno può organizzarsi le gare di poesia che gli pare e come gli pare, ma un Poetry Slam è un Poetry Slam e questa roba di Interrete con gli Slam non ha niente a che fare.
Tanto per chiarezza: lo Slam non tollera presidenze!
. E taccio sulle altre incongruenze presenti nell’interessantissimo scritto, ma che chiunque potrà notare confrontandolo con l’originale e comunemente accettato regolamento ufficiale della Poetry Slam Association e che è visibile qui.
Tuteliamo l’interesse dei consumatori (il pubblico) e dei lavoratori/produttori (i poeti) che fanno la meravigliosa realtà dello Slam italiano. Che mi prescinde e ormai (fortunatamente) mi sommerge. Ma che non ha niente a che fare con quanto organizzato da certi personaggi i quali, pur millantando meriti pionieristici, non hanno ancora capito che la dicitura giusta dell’evento è Poetry Slam e non Slam Poetry, essendo Poetry attributo del sostantivo Slam ed essendo la lingua in questione il buon vecchio inglese…
Personaggi che, con la presente, diffido dal continuare a copiare pezzi interi dei miei scritti senza citarne la fonte, poiché essi, pur non essendo tutelati da copyright, lo sono da Creative Common License (vulgaris: copyleft) che impedisce il riutilizzo di alcunché, se a fini di lucro e senza citarne la fonte. Altrimenti credo che ne parlerò al mio amico avvocato, che è nervoso e comunista. Ho bisogno di qualche soldo, il mio bambino cresce…
Invio copia della presente - of course - a Interrete, all’Ufficio stampa della Fiera del Libro di Torino e a qualche quotidiano, su e giù per l’Italia. Ovviamente non mi mancherà occasione per ripeterlo dal palco nel corso dei miei Slam… Sarò grato a tutti gli amici blogger che vorranno - per amore della verità e per lo sfizio di fare uno sgarbo a chi mariuoleggia - riprodurlo nella loro column. Se non ci diamo una mano tra noi, che non siamo favorevoli alla proprietà privata delle idee, finirà che certi paladini del copy ci ruberanno pure il sito su cui scriviamo!
No more, please, I’m staying tuned: buona fine di agosto a tutti!
Lello Voce

PS: ringrazio Princess Proserpina, Quattropassi, Sparajurj lab., Macchianera che hanno già accettato di rilanciare questo mio scritto sui loro siti.

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24 Messaggi del forum

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  • Forza Lello! 24 agosto 2004 16:28, di Nuvoleonline

    Ho letto l’incredibile risposta di interrete al tuo fin troppo educato articolo.
    Intanto ti informo che il link sull’articolo alla loro risposta nel tuo commento conclusivo è errato (perchè erratamente quelli di interrete hanno nominato con la "a" accentata" la loro pagina htm), e ti consiglio di correggerlo perchè tutti possano vedere la stizzita reazione di lorsignori.
    Ma poi anche il fatto che cerchino di veicolare i commenti di chi, ingenuamente, ha partecipato ai loro Slam veicolandoli sul tuo sito, mi sembra una grande caduta di stile, con che toni poi!
    Ma forse questo è solo per coprire una loro mancanza tecnologica, la non possibilità di postare commenti sul loro sito.
    Però se non ne sono capaci potrebbero anche fare a meno di usare un tuo strumento, soprattutto risottolineo vedendo i toni assunti nella loro lettera. Ma se questa è la versione pubblica cosa mai ti avranno spedito?

    Mi fermo qui.
    Era solo per dimostrarti solidarietà da un povero piccolo angolo a fumetti della grande rete.
    Un bacio,
    c.

    Vedi on line : Nuvoleonline

  • Seconda puntata! Mi sono apparsi! 23 agosto 2004 18:34, di Lello Voce

    Infine i signori di Interrete si sono palesati. Mi sono apparsi!

    Una mail privata, in cui mi si comunicava che il Gatto e la Volpe avevano – saggiamente e solertemente – deciso di rimuovere dalla rete il Manifesto risultante dalla scopiazzatura dei miei scritti (ma io ne conservo copia a futura memoria) e una lettera pubblica che trovate qui.

    Nella lettera privata, rassicurandomi sull’abolizione del Manifesto clonato, si giustificano dicendo che quelle frasi sono riportate in molti siti in Rete: è vero. Ma sempre citando l’autore, o, comunque, senza apporvi sotto un minaccioso copyright, che di fatto illegittimamente se ne appropria.

    Nella lettera privata (chissà perché non nella lettera pubblica) si nega l’episodio torinese: peccato che io abbia ricevuto una telefonata in diretta da persone assolutamente affidabili e che non avevano alcun interesse specifico a inventarsi balle al proposito. Peccato anche che sul loro sito continuino tranquillamente a parlare dei loro Slam come una anteprima assoluta. In anteprima nazionale lo Slam Poetry. così si legge sulla pagina di presentazione dei loro eventi, ancora adesso.

    Leggere la risposta pubblica di costoro, che alterna con maestria auto-promozione e calunnia, mi ha poi ancor più convinto di aver fatto bene a dire basta.

    Per quanto riguarda ciò che scrivono il Gatto e la Volpe, tra un urletto e l’altro, solo alcune notazioni, per pignoleria:

    1)ovviamente io non ho preteso di impedire a nessuno di farsi il proprio Poetry Slam. Né gestisco alcun circuito personale di poeti. Il Gatto e la Volpe, essendo agenti letterari, hanno la deformazione professionale. Loro vivono di percentuali, io, essendo un poeta, casomai avessi un agente, dovrei pagarle a lui le percentuali. Non ho alcun interesse a gestire circuiti di poeti. Mi limito a invitare quelli che - di volta in volta - mi sembrano i più ‘giusti’. In Italia si fanno decine di Slam ogni mese e che Dio li benedica, soprattutto quelli in cui io non c’entro un bel nulla. Ho solo voluto chiarire che, a mio parere, quelli di Interrete non sono Poetry Slam. Sono strane gare di poesia (più belle, o più brutte non mi interessa) che con lo Slam non c’entrano nulla, perché nello Slam si possono cambiare tante regole: la durata dell’esibizione, l’uso di strumenti musicali, o costumi, qualsiasi cosa, ma non i criteri di composizione della giuria. Io stesso ho appena diretto il primo Slam per poeti ‘a braccio’ al Festival Vis Musicae e ovviamente una serie di regole (quelle, ad esempio, riguardanti il tema dell’improvvisazione poetica) abbiamo dovuto stabilirle ex novo. Ma uno Slam è uno Slam solo se tutti i giurati sono estratti a sorte tra il pubblico. Altrimenti è qualche altra cosa. Padroni di continuare a chiamarlo Slam, ma non è così, e ho notato con piacere che, dopo la mia lettera aperta, sulla pagina del Gatto e della Volpe adesso si legge che le loro sono gare «liberamente ispirate» al Poetry Slam e che il loro regolamento è «liberamente ispirato» a quello di Smith. Potenza persuasiva della censura, o saggia ritirata strategica?. Che almeno la gente che partecipa alle loro gare (poeti e pubblico) sappia cosa sta facendo e cosa, invece non sta facendo affatto! Tutti i Poetry Slam sono gare di poesia, non tutte le gare di poesia sono Poetry Slam. Lo Slam non è un premio di poesia in estemporanea. Cosa dovrebbe presiedere il Presidente inventato dal Gatto e dalla Volpe? E l’EmCee che ci sta a fare, se c’è già un Presidente? Il presentatore? Ma un EmCee è cosa ben diversa da un presentatore, ecc. ecc.

    2)Ovviamente io non ho tentato di censurare nessuno, mi sono limitato a dire al Gatto e alla Volpe di smetterla di copiare i miei scritti senza citarne la fonte. Che è tutt’altra cosa. Ma di questo nella lettera pubblica non parlano… Loro sono poco interessati al tema del diritto d’autore visto che – in qualche misura – ne vivono e sono accuratissimi nel difendere il loro.

    3)Ancor più ovviamente – come sarà chiaro a qualsiasi lettore sereno – io non ho mai tentato il «ricatto fisico», né nei confronti del Gatto, né in quelli della Volpe…

    4)Ulteriormente ovvio è che, a leggere quanto pubblicano i Signori in risposta, l’impressione è quella di trovarsi di fronte a dei piazzisti più che a dei letterati. Tante strombazzate a proposito dell’«indiscutibile qualità degli Slam Interrete» certificata da questo e da quello, ma non una parola sulle faccende davvero serie che tira in ballo il mio scritto.

    5)Infine devo dire che a mia conoscenza l’unica pagina letteraria italiana dove coabitino Poetry Slam e copyright è la loro. Che sul loro sito si preoccupino di specificare che non hanno intenzione alcuna di «monopolizzare lo slam in Italia» ha infine sapore chiaro di denegazione freudiana. Peccato! Gli è andata male…

    Voglio infine ringraziare gli altri amici che hanno fatto da mirror alla mia lettera, Nazione Indiana, Romanzieri.com, King Lear, ecc. Magari è l’occasione per inizare un dibattito davvero serio tra noi su Slam e diritto d’autore.

  • ...ehehe sei da un sacco di parti, Lello. Le notizie, in rete, viaggiano MOLTO velocemente.

  • Lello, sei anche su romanzieri.com

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