Train-spotting o train-stopping?

23 novembre 2003 Politica e movimenti
Train-spotting o train-stopping?

Ve lo ricordate Trainspotting? Era un film tratto da un romanzo di Irvine Welsh; parlava di una generazione perduta tra eroina e alcolici, all’inseguimento di tutti i metodi per potenziare la propria entropia e autodistruzione. Train-spotter in inglese è, letteralmente, chi, per hobby, si dedica a contare i treni che passano in stazione. Il vocabolo, cioè, indica un individuo noioso e inconcludente e, dunque, fare del trainspotting significa, più o meno, perdere il proprio tempo, limitarsi a contare i treni che passano, senza salirci, né domandarsi dove vanno, chi e che cosa trasportano: restare spettatori, galleggiando, auto-ipnotizzati, mentre il reale scorre dinanzi a noi, indifferenti. Certamente i tossici del romanzo erano simbolo esplicito della deriva di giovani in debito di narrazioni ’forti’, d’utopia e sogni e progetto. Li abbiamo criticati per questo, gli abbiamo contrapposto la voglia delle generazioni precedenti di cambiare il mondo. Alcuni di noi, addirittura, hanno fatto colpa a loro se, al posto degli ideali, ci ritrovavamo tra le mani un cheese-burger.
Erano appena dieci fa: e sembra un secolo. Oggi i giovani sono di nuovo nelle stazioni, ma non a fare train-spotting: oggi in quelle stazioni i giovani fanno train-stopping, fermano i treni armati, stendono di traverso sulle rotaie i loro sogni, i loro corpi e le loro utopie. E c’è qualcuno, come l’On. Bondi, che, interpretando con l’anticipo del neofita l’atmosfera belligerante a cui tra poco dovremo abituarci, li chiama «traditori». Li accusa di essere anti-americani e disfattisti, invece di prendere atto che si tratta di pacifici, ma inflessibili, pacifisti. A dimostrazione che questi ragazzi sono tutt’altro che prevenuti nei confronti dell’America, della quale sanno anzi apprezzare tutti i suggerimenti utili a difendere quell’idea di democrazia globale, pacifica e inter-razziale di cui si fanno portatori, va detto che la strategia adottata è poi integralmente ’americana’, applicata per la prima volta da Jerry Rubin e dai suoi per bloccare i convogli delle armi dirette in Vietnam. E’ certa America, piuttosto (e certa Maggioranza italiota che scimmiotta le movenze e i proclami militari altrui come barboncino che abbai furioso, ficcato tra le protettive gambe del Padrone, versione tele-scemizzata della pariniana Vergine Cuccia), a sembrar prevenuta contro chiunque non condivida gli indirizzi della sua Amministrazione. Quanti americani avrebbero potuto risparmiarsi lacrime e sangue, se si fosse dato ascolto a quanto dicevano i ’traditori’ train-stopper che si sdraiarono sui binari per impedire alla propria patria di infilarsi capo e collo in uno dei peggiori incubi della sua storia? E noi, i nostri giovani li preferiamo train-spotter o train-stopper?

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