Totò e la finanza creativa del Ministro Tremonti

20 novembre 2003 Politica e movimenti
Totò e la finanza creativa del Ministro Tremonti

Chissà cosa avrebbe detto Totò, a sentire che adesso la chiamano ’finanza creativa’. E’ l’ultima novità, della quale io, da bravo letterato, non è che abbia capito granché, se non che, da buon conterraneo del principe De Curtis, mi è parso di intuire che si tratti dell’ultimo modello di ’economia castello di carta’, l’ultima novità in fatto di suicidio economico, insomma. Ma torniamo a Totò, il quale se ben ricordate, in una celeberrima gag di un suo film riusciva a vendere Colosseo e Fontana di Trevi a questo o quel ricchissimo turista americano di passaggio. Era una barzelletta, ovviamente. Ed era un’Italia assai diversa da questa d’oggi, piena di golpisti, ma col Partito Comunista più forte e fiero d’Europa, dove era inimmaginabile qualsiasi Revisionismo storico e in cui la Costituzione era una roba seria, tanto seria che c’era chi provava a organizzare colpi di stato e stragi pur di liberarsene. Era un’Italia nella quale il solo immaginare di poter alienare una parte dei beni artistici e storici della collettività per risanare il bilancio non poteva che essere una barzelletta. O una bestemmia.
Povero Totò, che pensava di far umorismo surreale… Ma, a dimostrargli che, come sempre, la realtà - pirandellianamente - può superare di gran lunga la fantasia, ci ha pensato il Ministro Tremonti, alla faccia di Sgarbi e del suo baby sitter Urbani. Con la Patrimonio SPA.. Che è una società appositamente costituita per la gestione, la valorizzazione e l’alienazione - insomma la vendita - dei beni dello Stato, spiagge e boschi inclusi. Tutti. Come si dice in gergo: disponibili, indisponibili e demaniali. Compresi gli scavi di Pompei, il David di Michelangelo, Palazzo Madama e il Quirinale. Che potranno essere passati alla società gemella, la Infrastrutture SPA, quella che farà il Ponte sullo Stretto, che potrà, a sua volta, venderli a privati. Con buona pace di turisti, cittadini ed attuali e futuri inquilini. Che volete farci, sono le Riforme, è l’Italia che cambia e, d’altra parte, è uno spreco tenere tutta sta roba artistica che abbiamo, la metà di tutto quello che c’è al mondo, e non trasformarla in Profitto. Che è l’unica cosa che realmente ci necessita… Altro che memoria, valori, arte, democrazia e menate del genere…
Così magari venderemo il Colosseo a Previti per far costruire il ponte sullo Stretto a Lunardi. Si dirà: ma che c’entra, quella di Totò era una truffa, perché Totò mica era il padrone del Colosseo o della Fontana di Trevi, Tremonti invece è Ministro della Repubblica…. Ministro, appunto, mica proprietario.

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