Torna in libreria il ’Sandokan’ di Balestrini

il manifesto, 2009 22 ottobre 2009 Articoli e recensioni
Torna in libreria il ’Sandokan’ di Balestrini

Torna in libreria, riedito da Derive Approdi, l’ultimo intenso romanzo di Nanni Balestrini, Sandokan, un libro che, qualche tempo prima di Gomorra, aveva puntato l’occhio della letteratura su quell’orribile spaccato di Meridione che è la vicenda dei Casalesi, la famiglia della camorra partita da un paese dell’agro casertano, Casal di Principe, e poi divenuta una potente e feroce protagonista della malavita italiana. Un libro molto diverso, in quanto a scelte formali, rispetto a Gomorra, ma altrettanto pericoloso e scomodo, almeno a giudicare dal fuoco di fila di minacce, denunce, disinformazione che il clan stesso ha messo in atto all’indomani della sua prima pubblicazione per Einaudi, nel 2004.
Da questo punto di vista, pur essendo inserita nel progetto di ripubblicazione completa delle opere di Balestrini che Derive Approdi porta avanti da tempo, la nuova uscita di Sandokan assume una valenza affatto diversa perché, come nota l’autore stesso, il libro «ha avuto un destino un po’ particolare, è uscito da Einaudi, ha avuto riscontri molto favorevoli dalla critica, ma, esaurita la prima edizione, non è stato ristampato perché si erano accumulate una serie di querele da parte di personaggi citati. Tutte cause assai lunghe e adesso finalmente concluse favorevolmente: così, cinque anni dopo, il libro può riapparire».
Con Saviano Balestrini era stato in contatto durante la stesura del suo romanzo e di fatto Sandokan e la seconda parte di Gomorra narrano, sia pure con scelte stilistiche differenti, la medesima storia di malavita. Così se nel caso di Gomorra, tanto per schematizzare, ci troviamo di fronte a un reportage che ha, però, in sé tanta «narrazione» da trasformarlo, a parere di molti, in un vero e proprio romanzo, con Sandokan abbiamo tra le mani un romanzo, la cui forza di denuncia politica e sociale è però tanto grande da farne anche un pamphlet di denuncia. Si tratta insomma di due testi tutt’altro che «incompatibili» e anzi legati da una sostanziale vicinanza, come dimostra del resto il fatto che a firmare la prefazione di questa riedizione sia Saviano stesso. Una vicinanza che tuttavia non esclude, e anzi semmai accentua, la loro radicale diversità stilistica.
Certo è comunque che Sandokan conferma il fatto che, se esiste una faction italiana (quella strana mescolanza tra fiction e fact, di cui tanto si è discusso tempo fa), Balestrini ne è in qualche modo il capostipite - e tanto il Balestrini di questo ultimo romanzo quanto quello di Vogliamo tutto, o dell’Editore e degli Invisibili.
In questo senso Sandokan può essere definito un document humain di grande forza, forse - insieme a Vogliamo tutto - la più efficace tra le opere in prosa di Balestrini. Così, dopo il passaggio del (benigno) ciclone Gomorra, questa riedizione è l’occasione non solo per leggere o rileggere un bellissimo testo, ma anche per riprendere e riapprofondire i tanti interrogativi sul romanzo e sulla narrazione che percorrono le vene della prosa italiana, tanto sulla stampa quotidiana, quanto in Rete, alternando momenti di grande interesse ad altri di puro cicaleccio, che trasformano la polemica letteraria in qualcosa di molto simile allo scontro di tifoserie avverse. Con troppe certezze da sbandierare e ben poche domande da mettere sul tappeto, anche se, in un campo come quello della critica letteraria, contano assai più le giuste domande, che le giuste risposte, se queste pur esistono.
E non che anche in quest’ultima modalità «ultras», non ci sarebbe ragione di trovare un qualche interesse - se non altro nel narrare la storia degli ultras di questa o quella «storia». Il romanzo dei Furiosi del romanzo, come direbbe, per l’appunto, Balestrini.

NANNI BALESTRINI, SANDOKAN - STORIA DI CAMORRA,
PREFAZIONE DI ROBERTO SAVIANO,
DERIVE APPRODI

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