Socci, Excalibur e Martin Lutero

19 novembre 2003 Politica e movimenti
Socci, Excalibur e Martin Lutero

Libertà cristiana e libertà carnale.
Piccola questioncella teologica (invero un po’ avvelenata) per gli amici cattolici…

Il primo ad effettuare la distinzione fu Martin Lutero, per contrapporsi alle tesi del comunismo evangelico di Münzer. C’è «libertà cristiana e libertà carnale». E non sono affatto la stessa cosa. «Voi dite - sostiene Lutero - che non dev’esserci schiavitù perché Gesù Cristo vi ha tutti liberati. E questo non significa forse fare della libertà cristiana una cosa tutta carnale? Un servo cristiano è sempre padrone della libertà cristiana…». In seguito il buon Martino si stufò di stare a ragionare e cambiò i toni. Si rivolse a tutti gli uomini di buona volontà e disse loro che quei contadini che cercavano libertà e terra andavano trattati come meritavano e lo disse in una prosa che pare quasi l’antenata della fine lingua che Fallaci e Zeffirelli hanno riservato al Social Forum Europeo di Firenze: bisogna «colpirli, strozzarli, accopparli in pubblico o in segreto (…) appunto come si deve sopprimere un cane arrabbiato» Poi, d’accordo con principi e feudatari, passò a fil di spada tutti i seguaci del porco proto-comunista.
Bene, ieri sera in Tv ho risentito applicata la teoria della distinzione tra libertà cristiana e libertà carnale. Sulla bocca di un prete cattolico, di cui non ricordo il nome, invitato ad Excalibur, l’inquietante trasmissione di Socci con onomastica (chissà poi perché) arturiana.
Nel mezzo di un improbabile e quasi delirante mix tra la Vergine di Medijugorije e i No Global era appena passata l’intervista a una delle veggenti slave, una donna dallo sguardo dolcissimo e che non mi è sembrata affatto una benandante truffaldina. Le avevano chiesto cosa pensava la Madonna della guerra e lei aveva sostenuto con impassibile serenità che la Madonna condannava ogni e qualsiasi guerra, dovunque e per qualunque ragione. E’ stato allora che è scattato il geniale quesito socciano ( o si dice soccevole?) al religioso: questo vuol dire forse che l’Immacolata è d’accordo con Casarini? Niente affatto, si è affrettato a rispondere lui. La pace interiore, la disponibilità intima del cristiano a porgere l’altra guancia, sono una cosa, l’appoggio alla guerra americana tutt’altro. Si può essere al fianco di Bush in armi, tenendosi dentro l’animo, da buon cristiano, tutti i migliori sentimenti pacifisti. Una roba da far sembrare ragionevole e democratica persino l’opinione espressa al proposito dal Comandante delle Forze italiane presso Camp Darby, intervistato durante il TG, che aveva tagliato corto e con disarmante sincerità aveva detto: non esistono guerre giuste o ingiuste, le guerre sono tutte uguali e sono le uniche cose che conosciamo per permettere poi alla politica di tornare a fare il proprio lavoro. Non è rassicurante, ma almeno non è delirante quanto la teoria della divisione tra verità cristiana e verità carnale sulle labbra di un sacerdote di una Chiesa che predica la salvazione attraverso le opere.
Mi sbaglio, amici cattolici, esagero davvero tanto, se temo di poter trovare domani quel prete, turibolo benedicente in mano, alla testa delle Orde Fallaciane lanciate contro l’infedele, a rappresentare la Chiesa di Trento, ma sventolando le insegne di Wittemberg?

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