Radio Alice, libera, ma libera veramente
Alice, Alice, piccola radio libera, ma libera veramente, con lo studio fatto di assi appoggiate a tubi innocenti, con un solo giradischi, un microfono e un mixer, Alice e il suo piccolo trasmettitore disobbediente, Alice e noi tutti, in quegli anni, che maledivamo di non vivere a Bologna, solo perché a Bologna potevi ascoltare Alice, la sua fantasia, il suo coraggio i suoi sberleffi irridenti equanimemente distribuiti a destra e sinistra, lungo tutto l’arco parlamentare. Alice e le sue voci concitate, dopo la morte di Francesco Lorusso, la rabbia mentre entra la Polizia e la sua voce squillante si spegne. E poi rinasce e si spegne definitivamente il 14 marzo del 1977.
Bentornata ora che, grazie alla Shake e alle cure di Bifo e di Gomma, possiamo anche riascoltarti, servendoci della perizia archivistica del Ministero dell’Interno, dove hanno giaciuto per anni venti cassette di registrazioni sequestrate. Le uniche rimaste, per ironica e paradossale nemesi. E ora di nuovo in libera diffusione.
Bentornata, tra le pagine e le tracce audio di questo rinnovato "Alice è il diavolo, storia di una radio sovversiva" perché, prima di Internet e del computer, prima delle Tv via cavo, prima del cyberspazio, c’eri tu, Alice, a dimostrare come i media non bisogna odiarli, ma usarli con intelligenza, plasmarli, mutarli, modellarli con i nostri bisogni, i nostri desideri, la nostra utopia di futuro.
Bentornata Alice, bentornata proprio oggi, che cambiano i nomi e i cognomi, le città e i ministri, ma non le ragioni del disagio e della protesta, né l’odore orribile di morte che è poi lo stesso che aleggiava appena ieri sul capo di Carlo, riverso a Piazza Alimonda. Bentornata proprio oggi che, riascoltando le voci di quello sgombero bolognese, a me vengono sinistramente in mente voci simili, a luglio, notte tra il 21 e il 22, Mediacenter di Genova, Radio Gap. Bentornata proprio oggi che Radio Città Futura si è trasformata in un’emittente commerciale. Proprio oggi che forse domani chiuderanno anche RadiOndaRossa.
Radio piccole, povere, scomode, con cui si può essere o meno d’accordo, ma che certamente hanno il medesimo diritto alla libertà e all’espressione di chiunque altro.
Bentornata, piccola fatina, Alice, in quest’etere di duopoli giganteschi, a ricordare a tutti che spegnere certe faville, può rendere oscuro un universo intero.
Bentornata Alice, bentornata nell’italiota Paese delle Meraviglie, o, meglio, come direbbero Gibson e Sterling, in questo nostro luna park con pena di morte. Ci mancavi…
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