Quella zia di Moretti...

19 novembre 2003 Politica e movimenti
Quella zia di Moretti...

Va bene, lo ammetto, due settimane fa mi ero lamentato del fatto che gli artisti e gli intellettuali fossero praticamente assenti dal dibattito politico italiano, anzi latitanti. E adesso come faccio a lamentarmi se Moretti mi prende in parola e incomincia a delirare su Bertinotti e dice che la colpa è tutta sua - marrano svergognato e amico di Costanzo - se la Sinistra ha perso le elezioni? Ma io mi lamento lo stesso, non posso farci niente è più forte di me, ho trovato davvero insopportabile l’attacco un po’ isterico di zia Moretti, in gita Premio a Cannes, contro il Segretario di Rifondazione. Voglio esser chiaro: io personalmente non sono stato d’accordo col più charmant dei nostri comunisti-filo-zapatisti, quando nel 96 ha invitato a ’desistere’. Io allora volevo ’resistere’. E sopra ci ho scritto addirittura una poesiola … A me, votare Lista Dini dava un brivido lungo la schiena, mi scompisciava il subconscio, mi annientava la speranza di vita futura… Ritenevo che non fosse una buona idea fare il lavoro sporco (leggi adeguamento alla globalizzazione) in vece d’altri, visto che gli altri potevano benissimo farselo da soli… Come in realtà hanno alla fine fatto… Con D’ Alema alla guida del vapore e Misservile (neo-ex-neo-fascista) sottosegretario della Resistenziale Repubblica del Sole Balneare a pompare carbone alle macchine.. E non sono stato d’accordo con Bertinotti il 13 maggio, quando a mio parere l’unità a sinistra andava ritrovata, ad ogni costo. Sono stato d’accordo con Umberto Eco. E ho accolto l’invito di Rutelli. E allora? Risolvere il gran groviglio di problemi che oggi è la sinistra italiana dando tutte le colpe a Bertinotti è troppo facile, di più, è leninista, nel senso deteriore del termine, quello che più o meno significa: noi siamo i Buoni e non sbagliamo. Mai. Quello che più meno significa: per ogni errore dell’apparato c’è un colpevole esterno da individuare perché l’apparato non sbaglia. Mai. Moretti, prima di dare sfogo ai suoi più intimi ed uterini sentimenti, ha provato a fare mente locale sul fatto che questo ex Governo di ex sinistra è stato spesso più selvaggio-liberista dei selvaggio-liberisti DOC, che ha partecipato a una guerra dopo aver fatto affari col nemico, che ha difeso e difende tutti i meccanismi imposti dalla globalizzazione voluta dal FMI e dalla Banca Mondiale, che questo governo di sinistra ha continuato per un lustro a mantenere atteggiamenti sinistri nei confronti di problemi quali la legalizzazione delle droghe leggere, la scuola pubblica, l’immigrazione? Moretti ha mai avuto il tempo, tra una riflessione e l’altra sull’interiorità gauchiste, di ascoltare il nostro candidato premier dichiarare che mai avrebbe utilizzato i voti dell’odiato Bertinotti per governare? Ha informazioni riservate che spieghino finalmente a noi, povero popolo della Sinistra sconfitta e ripudiata (anche dai Governi di Sinistra con i quali Egli tanto mutuamente si rispecchia e si ammira) chi è stato più cattivo tra Rifondazione e l’Ulivo? E’ stato Bertinotti a non darlo (il voto) alla Sinistra di Governo, o è stata la Sinistra di Governo a non darla (accoglienza) a Bertinotti?
Ma non è di questo che volevo parlare, non è questo il problema. Il problema è che quando finalmente vedi un intellettuale, un artista, che prende la parola e parla di politica ti aspetteresti un surplus di riflessione, il guizzo inedito di un punto di vista nascosto, lo stimolo bruciante alla riflessione. Trovarsi tra le dita solo lo sfogo acido e superficiale di chi non ha voglia di fare autocritica, ma trova più comodo dire che altri hanno rubato la marmellata (sorry: la Nutella), anche se ha le labbra con sbaffo zuccherino, è triste.
E io, ingenuo, che credevo che la privativa per le corbellerie se la fosse aggiudicata Celentano! Ma non voglio distrarre oltre Moretti, che torni a fare film, magari sono bruttini (se annoiano, a dirla con Gaber, è proprio perché "son di sinistra") ma risultano certo meno deludenti dei suoi comizi post-elettorali.

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