Premi letterari tra streghe, fate e sviolinate

2 luglio 2005 Letteratura e arti
Premi letterari tra streghe, fate e sviolinate

Proprio una bella idea quella di Paolo Di Stefano, che sul Corriere della Sera interviene a proposito delle recenti polemiche sui premi letterari titolando il suo pezzo "Il premio? era strega diventa fata". Senonché, come Di Stefano certo non ignora, il Premio Fata c’era già, era quello che premiava il libro più brutto, e lo avevano inventato Eco e compagnia 63, proprio per polemizzare con lo Strega: dunque sarebbe davvero una bella notizia se il Premio Strega si trasformasse, da sé, in Premio Fata. Ma Di Stefano non si limita a parlare di fate: difende i premi, tutti e da qualsiasi accusa, tira le orecchie all’editore Parpaglioni (che ha denunciato una serie di magheggi avvenuti allo Strega), sostiene che ormai l’unico luogo dove si discute seriamente di letteratura sono le Giurie, azzardando che esse rappresentino « l’ ultimo baluardo della società letteraria». Certo, Parpaglioni è ingenuo nel suo meravigliarsi che lo Strega sia lo Strega. Certo, può darsi che si sia dato da fare del suo, per entrare nella torta. Ciò non toglie che la sua lettera è una fotografia desolante dello stato delle cose e se il baluardo della letteratura italiana è lo Strega, allora forse siamo alla frutta. Ma Di Stefano ha ragione: chi è senza premio scagli la prima pietra. Da qui a pensare che i premi siano altro da ciò che sono sempre stati, furbe scenografie per mascherare strategie di mercato, però, ce ne corre. Con buona pace anche degli editor di Minimux Fax, che nella cinquina ci sono entrati, autori di una lettera di ringraziamento in cui i limiti della piaggeria sono ampiamente valicati, per mettere in luce una stoffa da violinisti esperti: «siamo grati per l’opportunità che ci è stata data di far parte di questa cerchia ristretta». Leggendo la commossa missiva si scopre che, all’indomani dell’epifanico avvenimento, i due si sono resi conto che «un altro mondo è possibile». E se un altro mondo è possibile, allora « è giusto comportarci come chi con questo slogan pacificamente manifesta contro la maniera in cui il mondo è andato finora: e cioè dire la nostra, con umiltà ma con fermezza, senza il timore di sembrare ridicoli e ingenui, al cospetto dei "grandi" (in questo caso: dei quattro grandi dell’editoria, cui va tutto il nostro rispetto di colleghi in erba [che tenerezza!] e l’amore di lettori affezionati dei loro cataloghi). [sic!]» Speriamo che alla Minimum Fax abbiano visto giusto, ma che sia un mondo tutto diverso da come se lo immaginano loro e Di Stefano.

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1 Messaggio

  • > Premi letterari tra streghe, fate e sviolinate 9 luglio 2005 18:46, di Gabriele Pepe

    Come contributo questo bell’articolo apparso su www.poiein.it scritto da Luigi Di Ruscio lui si’ autore operaio e controcorrente!

    (se queste cose non potete dirle voi fatele almeno dire a me, che ci sia uno che abbia la faccia tosta di dirle)

    Attilio ha impiantato la sua piccola casa editrice e per una pubblicazione di 90 pagine voleva 500.000 lire non eravamo arrivati agli euro però dovevo scrivere empigrammi ed epitaffi alla turna notte leopardiana, abbiamo fatto tutti e due la quinta elementare, ripetute tante classi che eravamo la vergogna del paese e mamma voleva farmi visitare dal psichiatra del locale manicomio e da questa situazione leggermente patologica mi metto in testa di diventare poeta, invece Attilio furbo pensò di diventare editore perché immaginava che tra tanti scemi c’è da guadagnar quatrini. Specificai ad Attilio che non cercavo tempi erano i temi che mi saltavano addosso, scrivo senza progetti ma inevitabilmente la lingua batte dove il dente non dole o dove dole troppo. Treminelli da Palermo mi faceva avere lettere spaurite, non farti frecare sono capaci di tutti i rutti o lutti. Però era meglio non arrovinare le mie lucidi corna in tanti scornamenti. La cosa è partita e non mi farò fermare dall’Attilio carnissimo cioè carissimo con tutti gli Iddii dei porci. Se sono intelligenti e di buon cuore devono diventare scemi. Caro Fortini non potevi prevedere l’orrore io cui siamo caduti, sono ritornate le baraccopoli e i campi di concentramento con i fili spinati, sono comparsi i sanfedisti nordici, tutto il tuo male dei dieci inverni ora è diventato il bene. Sono ritornate le folle oceaniche per la morte del papa e per il nuovo papa e non abbiamo più un Belli che per tutto questo scemo neopagano ci faccia ridere. Non è necessario andare a convincere la gente che scrivo cazzate la cosa è anche troppo evidente, non sono necessarie le smorfiette e le mossette e al premio Strega c’era anche Cucchi incazzatissimo quando il vincitore dello Strega innalzò come un santissimo sacramento la bottiglia Strega giallissima per la vergogna. Ci sono tanti alcolisti che fare propaganda per l’alcol è cosa vergognosa. L’alcolismo è terrificante e fare propaganda per sostanze alcoliche è roba criminale.

    Danni fisici dell’alcolismo: Epatici, neurologici, cardiaci, sessuali ecc.

    Danni psichici: Ansia, depressione, psicosi, disturbi di personalità ecc.

    Danni sociali: Perdita di lavoro, divorzi, violenza sui minori, incidenti stradali, infortuni sul lavoro ecc. L’alcol è peggio della cocaina, certamente della maiurana.

    Buffoni dello Strega vergognatevi!

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