Poetry Slam a Varese. Con il "cannibale" Lello Voce

10 marzo 2012 02. Piccola cucina cannibale
Poetry Slam a Varese. Con il

La poesia è un’arte che abita il tempo, il suono, la voce, il ritmo, la lingua, i segni e che li mescola e li fa interagire con altre arti, altri media. La poesia è un’arte del corpo e della mente, è un arte che abita il mondo, la politica e la storia. E in un tempo di migrazioni anche le arti si spostano, la poesia innanzitutto. E quella dell’ultimo libro di Lello Voce incontra la sua sorella gemella, la musica, e poi le immagini e le parole del fumetto: “Piccola cucina cannibale” è il nuovo volume partorito dall’EmCee, classe 1957, che ha portato in Italia il Poetry Slam, quella sfida in versi dove «la poesia non è fatta per glorificare il poeta, esiste per celebrare la comunità» , secondo il fondatore Marc Smith, il poeta americano che nel 1987 lo ‘inventò’ a Chicago.

Questo libro con CD, edito da SquiLibri, è fatto di spoken music e poetry comix sui testi di Lello Voce, le musiche di Frank Nemola, le streep di Claudio Calia e con la complicità di Paolo Fresu, Michael Gross, Antonella Salis, Maria Pia De Vito, Canio Loguercio, Rocco De Rosa, Stefano La Via, Luca Sanzò e Paolo Bertolucci.

Un lavoro altamente corale, a cui la voce dell’oratura italiana ormai ci ha abituato: “La poesia è sempre politica, perché nessuna polis potrà vivere a lungo se non è formata da uomini che sappiano guardare dentro se stessi tanto quanto capaci di leggere le contraddizioni in ciò che li circonda. A maggior ragione quando si realizza in pubblico, ritrova la comunità, quando il poeta restituisce al mondo ciò che al mondo ha rubato per dargli un nuovo nome.”

Nove le tracce del CD, che non seguono la razionale successione gutemberghiana: ogni migrazione cavalca le onde sonore innumerevoli, cavalca la cresta della voce del poeta, sfruttando la sua energia. Magari partendo dal fondo, che risucchia fino al principio e poi ti riporta nel vortice centrale, per finire spiaggiato sul fondo e rientrare nel “verbo essere”.

La poesia non è sicurezza, bensì politica della comunità. Quella di “Piccola Cucina Cannibale” usa anche ventidue tavole in bianco e nero, che danzano con la poesia visiva, una performance a fumetti che racconta “Ho bisogno di una scorciatoia lenta e di una vita che mi menta/ dove si senta il suono spento d’ogni sentimento io ho bisogno/ di un sogno lasciato indietro di trovare un metro alla menzogna…”.

Versi e tavole che fanno incontrare traccia audio e pagina gutemberghiana solo nel settimo componimento “Piccola madre”, quella di noi tutti “nati senza futuro ancora muti” che cantiamo ondeggiando tra le percussioni, i corali armonici di parola e assoli e la tavola-feto un po’ Max Cole, un po’ realismo sovietico: “sono nato da una madre ch’era più giovane di me/ sono nato e non me ne sono accorto padre subito/di chi mi generava io partorito ch’ero ancora muto/ sono nato crudo dal vuoto di chi era un non-c’era”.

La poesia di Lello Voce continua ad essere una costellazione di riferimento nel pianeta contemporaneo, perché come, la definisce lui stesso “da sempre ha nostalgia del futuro, ma colloca la sua speranza nel presente” (il verri n. 39). Lello voce è poeta, scrittore e performer, tra i fondatori del Gruppo 93 e del semestrale letterario «Baldus». Innumerevoli le sue pubblicazioni e i suoi progetti dove le arti si intessono in trama fitta su madre poesia, quella per cui nel 2011, a Medellin (Colombia) ha fondato il WPM (World Poetry Movement). Innumerevoli anche le collaborazioni con i maestri dello sperimentalismo artistico in versi (come Balestrini e Giacomo Verde per citarne solo alcuni) per collane, riviste, programmi radio e televisivi, net art.

Limitiamo il suo curriculum non per fargli torto, ma per lasciare a lui le presentazioni: Lello Voce, infatti, a giorni sbarcherà in città con “Piccola Cucina Cannibale”, in occasione di un avvenimento unico per l’ultima provincia del profondo nord. Sarà infatti l’EmCee del primo Poetry Slam di Varese, una sfida in versi dove l’energia dei poeti, invitati da tutt’Italia, collocherà nuovamente la poesia nel presente, secondo la sua essenza di fondo: lo slam riafferma, una volta per tutte, che la voce del poeta e l’ascolto del suo pubblico fondano una comunità. Anche in una “Piccola cucina cannibale”.

Altro in Piccola cucina cannibale

Altro in Poesia