Poesia di crossover di Roberto Carnero

26 febbraio 2005 05. Fast Blood
<i>Poesia di crossover</i> di Roberto Carnero

Capita spesso che un cantautore o un cantante pubblichi un libro (magari scritto da un ghost writer). Ma è meno comune che uno scrittore, o, meglio, un poeta decida di incidere un disco. Come ha fatto Lello Voce, vincitore nel 2003 del prestigioso premio poetico intitolato alla memoria di Antonio Delfini. Ora ha deciso di cantare quei testi, accompagnato da un gruppo di bravi musicisti. Il cd si intitola Fast Blood (musiche di Frank Nemola, Edizioni musicali MRF5)

Come mai il poeta ha deciso di fare un disco?
Credo che la poesia di oggi e di domani sia poesia ’ad alta voce’, che abita il corpo del poeta e si fa, nel senso più nobile, spettacolo. Il disco è, quindi, il suo approdo naturale, mentre i prodotti misti - i libri/disco - sono oggetti inutili, ambigui. O si fa poesia per l’occhio, o si fa poesia per l’orecchio, in mezzo non c’è nulla.

Come definiresti il tipo di sonorità musicale del cd?
Non fosse che l’espressione ’fusion’ è ormai inflazionata, allora direi fusion, se non altro perché sul tessuto delle basi elettroniche tra hip-hop e pop di Frank Nemola intervengono voci diversissime, dalla tromba jazz di Fresu, a quella più strutturata, cattiva, di Michael Gross, collaboratore di nomi importanti della musica contemporanea come Frank Zappa, dalla viola ’classica’ di Luca Sanzò, all’inconfondibile sax di Luigi Cinque. Ma fusion oggi significa poco, come hip-hop, d’altra parte. Allora piuttosto la definirei musica di cross-over: una sonorità piena, addirittura zeppa di stimoli e suggerimenti, spesso eterogenei, ma mai disordinata, o casuale.

Che rapporto c’è, nel tuo lavoro,tra poesia e musica?
La musica non è un sottofondo delle mie parole, la musica dialoga con loro, dice la sua. Le mie poesie sono anche la musica che ascoltate insieme alle mie parole, non c’è qualcosa di più importante e se, ascoltando, vi distrarrete dalle parole per seguire le note, va bene così, starete comunque ascoltando poesia.

Nei testi ci sono temi ’impegnati’ dal punto di vista politico e sociale. È importante per te, come poeta, questa dimensione?
E’ decisiva, oggi come mai da decenni. Ma impegno per un artista è sinonimo non solo di temi, contenuti particolari, ma anche e soprattutto di capacità di sperimentazione formale. Essere un artista impegnato significa essere capaci di coniugare contenuti scomodi, voglia di cambiamento politico e rinnovamento formale: nessuno sarà capace di sognare nuovi sogni, di immaginare nuove utopie, utilizzando forme e linguaggi vecchi.

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