Marijuana postmoderna

20 novembre 2003 Costume e società
Marijuana postmoderna

«Quando gero picinin, co’ mile franchi / compravo diese grami de Libano oro», si rammaricava così, in venezian, il mitico Skardi, voce dei Pitura Fresca, riferendosi all’altrettanto mitico hascish libanese che ha impastato di sé i sogni e i polpastrelli di migliaia di giovanotti negli ulteriormente mitici anni Settanta. Ma non ci aveva capito niente, almeno a credere a quanto sostenuto dall’ineffabile Prefetto Pietro Soggiu, Commissario Straordinario del Governo per le politiche antidroga, il quale sostiene, sfidando il ridicolo a petto in fuori, che, dai tempi miei (e di Skardi) ad oggi, la marijuana avrebbe aumentato il suo contenuto di principio attivo dallo 0.5% sino al 18-20 %. Qual è il problema, direte voi: ci basterà una canna, fumeremo meno tabacco, spenderemo meno, e allora? Per una volta tanto, in un mondo dove c’è sempre meno cacao nella cioccolata, meno vitamina C nelle arance, meno latte nelle mozzarelle, sarebbe, dunque, una brutta notizia scoprire che, al contrario, c’è sempre più THC nelle canne? E perché mai? Ingenui che siete, le cose non stanno così. Secondo Soggiu , che ragiona in base a non so quale teoria scientifica, la mutazione della quantità di principio attivo influisce sulla determinazione della qualità degli effetti: ecco allora nascere d’incanto una nuova droga, la terribile e letale marijuana post-moderna, capace di provocare allucinazioni e devastanti effetti permanenti sulla psiche. Un po’ come dire che mettere troppo acido acetilsalicilico nell’Aspirina equivale a trasformarla in un antibiotico. O che una dose di eroina ’sporca’ è una droga leggera. Ma tant’è. Quindi smettetela di star lì a festeggiare, anche perché - almeno fino a quando il commercio degli stupefacenti, grazie al proibizionismo, sarà nelle mani delle Mafie - dubito che possiate trovare facilmente dell’erba così buona: conosco tossici creduloni che, dando credito a quanti sostenevano che davanti alle scuole c’erano dei malvagi che distribuivano caramelle drogate, hanno passato mesi davanti agli Istituti Superiori senza cavarne, ovviamente, un ragno dal buco. Preoccupatevi piuttosto che dopo certe dichiarazioni i prezzi salgano, tanto quanto le pene a cui vi condanneranno se vi cuccano. Sono le leggi del Libero Mercato Proibizionista. E lei, gentile Prefetto, dia retta a Skardi, e non a quei furboni di Fini e Sirchia: «de marijuana - mi creda - no xe mai morto nisun… »

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