[Legaville 7] Il Pro-tutto...

14 ottobre 2006 Costume e società
[Legaville 7] Il Pro-tutto...

A vederla per la prima volta Legaville (Treviso, insomma) sembrerebbe una normale cittadina della provincia italiana. E invece no. È un posto nel quale avvengono fenomeni strani e inquietanti, un luogo dove le onde sonore hanno la peculiarità di differenziarsi l’una dall’altra non sulla base dei decibel, o della frequenza, ma su quella dell’etnia della fonte emittente, una città dove i plateatici riescono ad essere amministrati e gestiti sulla base di norme che variano a seconda dei piedi che li calpestano. E, quello che più conta, delle leggi segrete che regolano la fisica e la normativa del luogo è depositario solo Lui: il Pro-tutto. A Treviso vige la legge orale, come nella Bibbia. Accade così che l’ingenuo Consigliere della Margherita, Renosto, protesti a nome degli anziani della Casa di ricovero, perché i due bar che si affacciano su San Tommaso attirano frotte di giovanotti trevigiani che fanno il loro bel rumore, tracannando ettolitri di spritz sino a mattina, e si senta rispondere di far poche storie: i vecchietti si adeguino, i giovani (Razza Piave) hanno i loro diritti. Lui, il Pro-tutto, non permetterà che Legaville divenga una città morta. Se invece a far rumore sono gli immigrati dei phone center, allora scatta un grave problema di ordine pubblico: i locali devono chiudere prima, perché i laboriosi trevigiani non possono essere disturbati nel loro meritato riposo. Fa niente se in realtà l’unico problema di ordine pubblico è stato il rogo di uno dei bar da spritz frequentati dalla jeunesse indigena. Quando mai un incendio, probabilmente doloso, è stato un problema di ordine pubblico? Se a chiedere il plateatico è questo o quell’esercente locale, fosse pure necessario trasformare il centro città in un grande bar a cielo aperto, allora nessun problema, anzi, si costruisce loro una orribile veranda vetrata perché possano sfruttarlo anche d’inverno. Se invece si vuole vendere kebab alla Siamic, luogo di immigrati e tossici, allora nisba, il Bronx non ha diritti, e piuttosto si revoca il permesso anche agli esercenti trevigiani. D’altra parte, il Pro-tutto è sempre quello che da Sceriffo titolare tagliò, con fine civiltà, la panchine su cui sedevano gli extracomunitari. E’ uno capace di tutto, Lui, un mago, un illusionista capace di incantare le sue platee, capace persino di far credere a noi tutti che il sindaco di Treviso sia tale Gian Paolo Gobbo.

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