[Legaville 55] A sinistra di Legaville

1 settembre 2007 Politica e movimenti
[Legaville 55] A sinistra di Legaville

Strana davvero certa sinistra, qui a Legaville, che si ostina a negare il diritto ai propri elettori di scegliersi il candidato grazie alle primarie. Eppure le tante sconfitte, accumulate in anni e anni da una classe politica incapace di proporre candidati credibili, avrebbero dovuto almeno svilupparne la saggezza e l’umiltà, visto che sinora nulla è riuscita a realizzare con i suoi accordi di vertice e con le alchimie (in verità un po’ ridicole) delle varie segreterie, se non proporre come candidato l’imprenditore o il ‘mandarino’di turno, scelto con il solo criterio che fosse il meno laico e di sinistra possibile, spesso alla luce della sola qualità di essere disponibile a giocare il ruolo di agnello sacrificale: pensate a Luciani, o, ancora rabbrividisco, a Tognana. Candidati che non sarebbe possibile nemmeno definire ‘di bandiera’, perché queste pur generose vittime predestinate con la sinistra certo non avevano nulla a che fare. Eppure le tante sconfitte, le rotte, le disfatte di questi anni avrebbero dovuto insegnarle che la marcia in più della Lega sta nella sua capacità di stabilire legami forti con la gente e con il territorio: macché, i Machiavelli della sinistra legavilliana, pronti a riempirsi la bocca con la cosiddetta questione settentrionale, alla prova dei fatti poi hanno sempre preferito usi e costumi piuttosto ‘romani’, quelli marcati Cencelli. Oggi, presi come sono dalla costruzione del PD, una costruzione che, a sentire i vertici nazionali, non dovrebbe essere una fusione a freddo, ma una dinamica che nasce dalla base, sprezzanti ostentano indifferenza alla richiesta di primarie, insistendo che a decidere chi debba essere il candidato sindaco sono solo le segreterie, magari facendo filtrare nomi ‘eccellenti’, poco importa che si tratti del solito tormentone pre-elettorale targato Vigneri. Ma va bene così, scelgano loro il candidato, nessuno vuol negare al giovin dirigente Tonella il brivido decisionista del vero leader, ma credo che a votarlo saranno poi pochi in più dei componenti di quelle segreterie e dei loro galoppini elettorali. Tanto a loro vincere interessa poco: preferiscono essere certi del loro cadreghino partitico, piuttosto che governare la città. Altro che Machiavelli, questi sono dei Guicciardini in minore, interessati solo al loro ‘particulare’. Che, non essendo il nostro, a noi cittadini, invece, interessa assai poco.

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