[Legaville 52] Qualche pratica soluzione per morir meno d’auto

1 settembre 2007 Politica e movimenti
[Legaville 52] Qualche pratica soluzione per morir meno d’auto

Che sulle strade italiane, e ancor più su quelle venete, si combatta una guerra non c’è dubbio alcuno. Basta contare i morti. Ciò su cui mi farebbe piacere spendere due parole è a proposito del conseguente quesito. Che fare? Educazione e repressione dice Zaia, prima di tutto repressione, sostiene il Prefetto Fojadelli, secondo il quale «la sensazione è che paghiamo i frutti di una cultura della tolleranza: addirittura nel linguaggio si fatica a pronunciare la parola repressione. La prima educazione è il rispetto della legalità, il cui declino purtroppo si vede di più su ciò che accade in strada». Ora, a parte che la «cultura della tolleranza» è tutt’altra cosa e non riguarda affatto il codice della strada, ma la convivenza civile e il rispetto dell’altro, che, qualora praticati coerentemente, inducono a rispettare le regole, piuttosto che a violarle, resta il problema che certamente tutti ci aspettiamo che si reprimano comportamenti che mettono a rischio la vita umana. Già: ma come reprimere? Con il numero di pattuglie di Polizia stradale a disposizione sembra una pia speranza reprimere alcunché, non si riesce nemmeno ad ottenere che la gente non passi il proprio tempo telefonando al volante, figuriamoci il resto. Poi, certo, come dice Zaia, possiamo educare. Come? Con foto shock? Non so perché, ma io ho il sospetto che avrebbero lo stesso effetto delle scritte anticancro sulle sigarette. E allora? E allora mi permetto di suggerire che bisogna cercare la soluzione altrove. A voi sembra normale che in un paese dove c’è una legge che dice che a più di 130 kmh non si può andare, si vendano auto che ne raggiungono 230? Non vi pare una situazione che ricorda quella americana a proposito del commercio di armi? Riempi le case di mitragliatori e, prima o poi, ci scappa il morto, inzeppa le strade di mostri a motori e, prima o poi, quelli si schiantano, anche perché la Pontebbana, o il Terraglio sono strade normali, fatte per auto normali, e non l’autodromo di Monza. Ora, a meno di decidere di trasformare tutta Italia in un autodromo per permettere a dei matti di correre come invasati, forse faremmo meglio a mettere dei limitatori di velocità sulle auto, o a costruirne di più lente, ma meno inquinanti. Se vai più lento la soluzione c’è: basta partire prima. Se proprio ti piace la velocità, invece, puoi sempre pagarti un paio di giri su un autodromo a scelta.

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