[Legaville 51] Un Becco Giallo per Marghera

1 settembre 2007 Letteratura e arti
[Legaville 51] Un Becco Giallo per Marghera

C’è una libreria sotto i portici, al centro di Oderzo. Nemmeno troppo grande e vistosa. Si chiama Libreria Becco Giallo e da decenni è anche una casa editrice. Una casa editrice piccola, ma raffinatissima che moltissimi appassionati di cultura e letteratura conoscono bene perchè presso di lei sono usciti libri importanti, sempre comunque di altissima qualità, uno per tutti: una selezione della “Signorina Richmond” di Nanni Balestrini. Tenendo fede alla sua tradizione (e al suo coraggio di rischiare) il Becco Giallo propone una nuova collana di storie a fumetti dedicata all’approfondimento di alcuni eventi importanti della storia sociale e politica italiana affidando il compito di raccontarli a giovani autori della ‘bande dessinnée’ italiana. In questi giorni è in libreria, con l’introduzione di Gianfranco Bettin, “Porto Marghera, la legge non è uguale per tutti”, del giovane disegnatore trevigiano Claudio Calia, che ormai da qualche anno si sta sempre più imponendo sulla scena nazionale. Questa cronaca a fumetti di quello che Bettin definisce un dramma biopolitico è un racconto serrato e coinvolgente dove si incontrano la bellezza e la perizia di un tratto essenziale, quasi graffiato, che non ha mai cedimenti al vezzo estetico o decorativo, ma che invece punta all’essenzialità di un’espressione tesa e quasi rabbiosa, e l’abilità nella ricostruzione degli avvenimenti in uno story-board senza pause né passi falsi, che trascina il lettore al centro della storia, sottolineando impietoso tutte le complicità e i lati oscuri di quella che resta una delle più grandi vergogne dell’imprenditoria italiana: i morti del petrolchimico di Marghera quelli che di sé, potessero parlare, direbbero: ” Noi siamo il prezzo del progresso”. Un piccolo editore coraggioso, una collana di libri scomoda, che coniuga qualità artistica ed editoriale e voglia di verità e di memoria, un giovane disegnatore talentuoso che sperimenta con i segni, ma mettendoli a scavare ostinati tra le ingiustizie: ecco cos’è davvero la Razza Piave, posto che sia una razza e non un’identità e una storia fatte di amore per la libertà, intraprendenza ed intelligenza. E per chi ha voglia di incontrare Claudio Calia dal vivo e discutere con lui del suo bellissimo libro, l’appuntamento è per giovedì alle 18,00 alla MoMa di Vicolo Pescatori: ancora una libreria sotto veneti portici, ma stavolta a Treviso.

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