[Legaville 50] Caste padane

1 settembre 2007 Politica e movimenti
[Legaville 50] Caste padane

La politica nazionale è in crisi: lo dicono tutti, come se avesse goduto finora di ottima salute, gestita da decenni da una casta che bada, darwinianamente, solo alla propria salvezza di specie. Né va meglio a livello locale, anzi è proprio a livello locale che vengono fuori tic e nevrosi che lo sguardo lungo nasconde. Per sopravvivere, ad esempio, può accadere che dei fieri figli della demo-sinistra villorbese si alleino con l’altrettanto ardita progenie locale del Berlusca. E perdano. Oppure pensate al Pro: messo dai suoi nel trovarobato degli Illustri che hanno fatto il loro tempo, l’ormai Emerito si dà alla pazza gioia e dice ciò che vuole, con allegra spudoratezza. Ecco allora che un’aggressione neofascista (già peraltro derubricata in rissa dalle diligenti indagini della Questura, alla faccia di ciò che hanno visto tutti) diventa la normalità di una gioventù un po’ esuberante, che, come vuole l’età, si diverte con spranghe e catene, al canto dell’Alalà. Che male c’è? Non crederemo davvero che la democrazia sia una cosa seria? Così ciò che a Roma sembra Verde, o Nero, visto da qui tradisce il suo vero colore: un grigiastro scuro, lo stesso che hanno tutti i fascismi. Dall’altra parte, intanto, ci si impegna per non lasciare soli gli avversari sul proscenio dell’incredibile. A Roma si solfeggia che il Partito Democratico deve nascere dal basso, dando di nuovo agli italiani la possibilità di riconoscersi in una formazione che li rappresenti? Qui da noi a dir le cose con il loro nome ci pensa il Compagno Tonella, Giovin Dirigente dei DS, uno di quelli Villorba Style, da poco al timone della gloriosa nave della Sinistra trevigiana, che da decenni è lì solo per farsi affondare. A Sbarra, che si sgola a chiedere le primarie per ricreare un rapporto diretto con l’elettorato, risponde, con il tono sprotto che si conviene a un Giovin Dirigente di un Grande Partito, che, se le primarie si faranno, a deciderlo saranno i partiti. E quindi: nisba. Stando così le cose, non si vede perché noi elettori dovremmo poi avere voglia di andare a votare il Topolino che avrà partorito, più o meno 24 ore prima dell’apertura dei seggi, la Montagna rappresentata dal Giovin Dirigente Sprotto e dagli altri Signori che gestiscono impavidi da anni le nostre sinistre sconfitte. Di peggio, a memoria mia, aveva fatto solo Maria Antonietta, esternando a proposito delle famose brioches.

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