[Legaville 36] La Forza delle parole.

19 febbraio 2007 Politica e movimenti
[Legaville 36] La Forza delle parole.

La forza delle parole a volte è davvero stupefacente. Con le parole si può trasformare il dramma in farsa e viceversa, mutare il profilo della realtà; altre volte sono le parole che usiamo che si ribellano a chi le utilizza e quasi gli scoppiano tra le labbra. Anche a Legaville. Pensate al Sig. Tomat, ad esempio, il leader degli industriali locali, quello che vede il futuro di Legaville come ‘Polo delle Scoazze’ stagliarsi nitido all’orizzonte di un domani felice, profittevole e competitivo. E chi dovrà affogare tra puzze e polverine, peste lo colga, che qui è in gioco il dividendo di tanti colleghi suoi che, com’è noto, sono la ‘collettività’ per antonomasia. L’altro ieri ha dichiarato, sereno come un cherubino, che qui da noi la maggior parte delle imprese assumono con contratti temporanei, rilevando però che, siccome la conflittualità è praticamente scomparsa, se ne può concludere che la legge Biagi ha «favorito l’incontro tra domanda e offerta di lavoro». Peccato si sia dimenticato di dire che un lavoratore ‘atipico’ ha potere contrattuale pari a sottozero, che per uno che lavora ‘flessibile’ l’idea stessa di conflittualità, o contrattazione, è un’utopia, o un’eresia, a seconda dei punti di vista. Altro esempio: la parola ‘territorio’. I Verdani locali e circondariali su questo temine hanno costruito la loro fortuna politica: l’importanza del territorio veneto, le sue tradizioni, la sacra acqua del Piave (e del Po e del Tagliamento), l’identità ‘territoriale’, ecc. Quando poi, pur continuando a far professione di territorialità, ci si schiera a favore della costruzione di una nuova base militare a Vicenza, a meno di 2 chilometri dal centro della città, mentre il locutore vira a destra, seguendo gli interessi suoi e dei capi suoi, la parola continua ad andar dritta al cuore della gente ed avviene così che sabato a Vicenza non fossero pochi i leghisti a sfilare contro la Ederle 2, perché, se questa è la nostra terra, allora che le loro basi zeppe di missili e di uranio vadano a costruirsele altrove. Uguale sorte sta arridendo ai Verdani Antennisti e pro Bruciascoazze: che senso c’è a parlar tanto di Razza Piave e poi darsi da fare per estinguerla? Un attimo e, magia delle parole, il Verdano si trasforma in Verde, la Lega va in pezzi, le parole che sono state la sua forza le restano in gola, di traverso. E poi dicono che Verba volant...

Altro in Politica e movimenti

Altro in Teoria e critica