[Legaville 23] Il prete rosso

Quotidiani E-Polis - Il Treviso, 2006 6 novembre 2006 Costume e società
[Legaville 23] Il prete rosso

La vita è strana: uno si crede giacobino e poi si ritrova a dover difendere un prete. Ma tant’è: sono così assurde ed ingiuste le accuse scagliate contro don Aldo Danieli, definito ‘prete rosso’ per aver messo a disposizione dei musulmani i locali della sua parrocchia, in modo da permettere loro di celebrare dignitosamente la fine del Ramadan, che davvero non posso esimermi. A me le religioni, tutte, non piacciono: l’ho detto, sono un giacobino. Ma non ne ho paura e , invece, quello che si è respirato negli attacchi a don Aldo è stata proprio paura, isterica paura. Paura della sua capacità di dialogare, paura della sua compassione, paura del suo coraggio di rischiare, paura del suo modo di essere cristiano, paura della sua umiltà e della sua generosità. E paura del diverso da sé, paura della tolleranza, paura del cambiamento, paura della democrazia. Paura, come quella del Sinedrio di fronte alle parole del Cristo. Ma le religioni servono anche a questo, a curare la paura degli uomini. Io preferisco altre medicine, anche perché spesso certi medici dell’anima si trasformano in stregoni neo-crociati. Ma non don Aldo. Che pure certo non è comunista e che ha solo fatto quello che le istituzioni non sanno fare: ha accolto, ha ascoltato. Ha dato un esempio: e questo fa paura, perché se don Aldo ha ragione, allora lo spazio per coloro che hanno costruito il loro potere sul timore dell’altro sarà sempre meno. C’è chi dice che lo scandalo sia nelle dichiarazioni aggressive dei più radicali tra i musulmani. Noi invece saltiamo a piè pari questo gradino e, ancor prima di parlare, invadiamo, uccidiamo, conquistiamo. E così ci ritroviamo, tutti, anche i più miti, colpevoli nostro malgrado. Don Aldo ci aiuta a pagare una parte del nostro debito. Non credo che don Aldo sia comunista, sono certo che se discutessimo di aborto, divorzio, sessualità, finiremmo per litigare. E penso che sentirsi definire ‘prete rosso’ lo addolori: lui è semplicemente un prete, un prete come si deve, di quelli che fanno pensare persino a me che anche le religioni sono una ricchezza dell’animo umano, se vissute come Dio comanda. Ma non ci faccia caso, don Aldo, li perdoni, credono che il Cristo sia di loro proprietà, come la seconda casa, o il SUV parcheggiato in strada. Per consolarsi pensi che l’ultimo prete rosso che il Veneto ricordi si chiamava Vivaldi. Non è poco.

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1 Messaggio

  • [Legaville 23] Il prete rosso 8 novembre 2006 02:27, di db

    l’ubiricetta del cipollotto fritto!!!
    la storia vera del patto rotto!
    le bugie dei paramaostalìn
    la confessione di Vidali
    un nudo di Modotti
    la nonfine di NI
    l’aleffeffefh
    colosso
    usw.
    db
    §

    www.ubicue.splinder.com

    (ed. sp. di Servire il Polipo,
    bevi & diffondi brandy Rali)

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