[Legaville 18] Il Pro e Forza Nuova

14 ottobre 2006 Politica e movimenti
[Legaville 18] Il Pro e Forza Nuova

Ci manca poco che lo eleggano Pro-Duce: il feeling, un feeling che dura da anni ormai, tra Forza Nuova e Pro-Sceriffo segna una nuova, tenerissima tappa. Naturalmente a proposito di ronde, di iniziative del Popolo Sovrano per salvare Treviso dall’attacco dell’illegalità immigrata e coloured. I forzanovisti sono entusiasti: anche se non lo dicono, ci vuole poco ad immaginare che sarebbero felici di parteciparvi, solo loro sanno celare tanto bene il sovversivismo e la violenza sotto la maschera dell’ordine e del perbenismo. Sai che tranquillità, per l’abitante medio di Legaville, sapere che a vegliare sui suoi sonni ci sono il Pro con la fionda anti-pantegana e i suoi camerati in camicia nera. Le guardie verdi-brune proteggono la città: sembra un incubo partorito da un film di Spielberg sulla Notte dei Cristalli. Peccato che entrambi, Pro-Duce e camerati suoi, vivano in una repubblica democratica ed antifascista, in cui a far rispettare l’ordine pubblico ci pensano Carabinieri e Polizia, che peraltro di tutto possono essere accusati tranne che di accanimento contro certe iniziative leghiste e/o forzanoviste. Mai saputo di leghisti o neo-fascisti venuti fuori dalle galere come i no-global da Bolzaneto. Ma in realtà il Pro-Duce e i camerati suoi avrebbero ben poco in comune. Basterebbe leggere l’ultima esternazione del Pro, affetto ormai da sindrome logorroica compulsiva. Il Pro-Duce non vuole gli Ispettori del lavoro mandati dal ministero a Nord Est. Che vadano in Terronia. E giù contumelie para-razziste sui meridionali che chiedono l’elemosina mentre i Veneti lavorano. Come faranno adesso i forzanovisti a dargli ragione? Loro sono il sangue sano d’Italia, di federalismo non masticano molto. Cosa mai può unire un condottiero secessionista come il Pro ai seguaci di D’Annunzio, Balbo, Mussolini e compagnia orrida? Quella era gente che l’Italia mica voleva dividerla: piuttosto allargarla sino Fiume e a tutta l’Istria. Gente che nel Sud ha un certo seguito. Nessuno ha avuto il coraggio di spiegare loro che per il Pro-Duce un romano, o un siciliano, valgono un ‘negher’? Altro che stirpe latina. Cos’avranno in comune costoro? Il mistero è fitto, a meno che a unirli non sia la comune passione per le maniere spicce ed il manganello. Un fascino vintage, che fa tanto ventennio.

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1 Messaggio

  • [Legaville 18] Il Pro e Forza Nuova 14 ottobre 2006 22:22, di Lello Voce

    A questo mio articolo, il Pro-sindaco di Treviso Gentilini rispondeva sul Treviso con uno scritto minasccioso e insultante che qui riproduco, seguito dalla mia personale risposta.
    lv.

    Caro Lello Voce, sei ambiziosetto! Ti definisci “scrittore e poeta”. Orrore! Orrore! Ma non senti le ossa di Manzoni, Leopardi e del sommo Dante scuotersi nelle tombe ed intonare un lamento lugubre e “sinistro”. La tua è una malattia cronica – Ballonite culturale acuta – attualmente non ci sono medici, primari o professori per farti guarire, si sono perse le tracce! Peccato! Nel passato c’erano invece medici che con diversi rimedi ti avrebbero oliato l’intelletto, ti avrebbero sistemato l’intestino liberandolo delle flatulenze culturali e ti avrebbero dato modo di espellere tutti i virus di superman.

    Non entro nel merito delle stupidaggini che scrivi sul giornale “il Treviso” del 17 settembre sul Pro Duce o su Forza Nuova. Sono argomenti da pattumiera o da discarica. Solo una cosa ti voglio dire: se di notte risuonasse per le vie, per le piazze e per i vicoli il passo cadenzato di scarponi chiodati, tutti i miei cittadini potrebbero dormire sonni tranquilli con le finestre e le porte aperte. Questa sarebbe la vera sicurezza. Lascia stare Gentilini e trovati qualche altro personaggio più degno di me delle tue stravaganze scrittorie, poetali e giullaresche.

    Giancarlo Gentilini, Vice Sindaco di Treviso

    La mia risposta en privé

    Che bello: il Pro-Sindaco e prossimo Pro-Papa mi ha risposto di nuovo e questa volta non ha fatto finta di non ricordarsi chi sono! Coraggio, Pro, e vedrà che, in barba all’età, se solo si procura qualche testo in uso alle ultime classi delle Superiori, alla prossima riuscirà ad essere più preciso ed informato anche sui miei meriti letterari. Sono peraltro felice che persino lei conosca Dante, Leopardi e Manzoni, ma non oso sognare che poi li abbia letti davvero, altrimenti come spiegare questa sua ostinazione a dir spropositi? La buona letteratura dovrebbe essere maestra di vita. Il seguito della missiva è però deludente. In preda a una vera e proprio egolatria coprolalica, il Vice del Vice di Dio, non si limita più ad insultarmi, ma, nemmeno troppo velatamente, mi minaccia di terapie rieducative a base di olio di ricino. Il che, se lo lasci dire, non è solo una caduta di stile, ma una evidente contraddizione logica, detto da chi si è appena risentito di essere stato ammogliato ai forzanovisti. Ciò che colpisce di più, però, è che il Pro-Duce affermi che la sicurezza di Legaville sarà negli scarponi chiodati che dovranno risuonare nelle notti trevigiane. A chi dovrebbe fare piacere questa sua sicurezza senza libertà, se non a chi teme prima di tutto proprio la libertà e la democrazia? La ringrazio della conferma, ma sono due decenni che credo il leghismo altro non sia che una delle tante facce degli infiniti fascismi che affliggono il mondo. Trovo il passaggio in questione ancora più orribile delle righe in cui mi augura di passare attraverso le amorevoli cure di Garage Olimpia. Naturalmente, con la franchezza che la contraddistingue, sul merito dei problemi che facevo presenti lei glissa; hai visto mai che per uno come lei ci sia l’obbligo di rispondere di alcunché a chicchessia. Ovviamente, se la mette così, non c’è sugo a discutere, meglio iniziare a guardarsi le spalle, se si torna a casa da soli la sera: vedi mai che qualche paladino della civica sicurezza voglia assicurarsela a spese della mia cucurbita. Mi faccia però un’ultima cortesia, la smetta di darmi del tu: non abbiamo mai condiviso desco. Non le chiedo il ‘Lei’, che è notoriamente usanza plutocratica e foresta, ma, viste le discendenze dei suoi nobili lombi, oso sperare almeno in un assai più autarchico (e padano) ‘Voi’.

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