[Legaville 15] I pretoriani del Pro

Quotidiani E-Polis - Il Treviso, 2006 14 ottobre 2006 Costume e società
[Legaville 15] I pretoriani del Pro

Che in Italia di polizie, una differente dall’altra, ce ne siano fin troppe è cosa nota a chiunque. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la decisone del Governo D’Alema di rendere indipendenti dall’Esercito i Carabinieri, che sono diventati così una vera e propria polizia militare autonoma. Così a sentir qualcuno parlare di inventarne un’altra viene da pensare che la richiesta sia il frutto della calura estiva, o di un momentaneo obnubilamento, dovuto a stress o all’età, ma non in questo caso: le temperature sono autunnali, nonostante il periodo, e per lui, il Pro, non si tratta effatto di un momentaneo obnubilamento, ma della dimostrazione della sua celeberrima lucidità politica e del suo comprovato spirito democratico. Saltando sul cavallo di un’improvvida esternazione di Zaia, eccolo lì il Pro-Cesare che chiede tutti i poteri per sé: vuole la sua polizia, vuole abolire i Prefetti, controllare l’ordine pubblico e con metodi ‘cileni. «Io ho chiesto una polizia personale, da non confondere con la polizia municipale. Io voglio i rambo, i berretti verdi, quelli che pattugliano il territorio». Contro chi li scatenerebbe poi queste mute di agenti in divisa? Io qualche idea ce l’avrei, ma si può sorvolare, meno sull’idea di fare un park sotterraneo a Piazza Vittoria, o su quella di tagliare (ancora!) alberi secolari per attrezzare una passeggiata lungo lo zanzarifico dei canali che a Porta San Tommaso costeggiano le mura. Emulo di Bush, che per evitare gli incendi propose di tagliare preventivamente le foreste il nostro Pro, ne taglia appena può, forse perché, sotto sotto, vuole che gli unici simboli fallici che si vedono in città siano quelli, durissimi per carità, delle mega-antenne che lui e i suoi sodali stanno facendo sorgere dappertutto tranne che nelle vicinanze delle loro abitazioni. Insomma ce n’è abbastanza per capire come se la immaginerebbe lui, se invece che un semplice Pro-Sceriffo, fosse pro_Imperatore: una Legaville pattugliata dalla sua guardia personale armata in camicia verde, protetta da telecamere e cavalli di Frisia anti immigrati e comunista, dotata di lager provinciale per irregolari, zingari, tossicodipendenti, trasformata in un autodromo a cielo aperto, con parcheggi sotterranei che spuntano dappertutto, coperta d’antenne di telefonia e senza più un albero: solo fiorellini e il prato verde per il ranch con le caprette. Un incubo, insomma.

Altro in Costume e società

Altro in Teoria e critica