[Legaville 10] Pro-Bean, Mister Bean...

Quotidiani E-Polis - Il Treviso, 2006 14 ottobre 2006 Costume e società
[Legaville 10] Pro-Bean, Mister Bean...

Povero Pro-Sceriffo, questo per lui è proprio un periodaccio: nemmeno il tempo di digerire fischi, pernacchie e tricchebballacche per la sconfitta al Referendum, che ecco che ci si mettono anche i ‘singani’, cioè i sinti del campo di Via Da Milano. Sono anni che prova (e altri prima di lui) a mandarli via, ma, siccome è altrettanto testardo nel rifiutarsi di trovare qualsiasi soluzione alternativa e si ostina a trattare l’ordine pubblico come se fosse sua faccenda domestica, anche l’ultimo tentativo è andato a vuoto. Con tutta la forza pubblica schierata e in assenza di uno qualsiasi dei suoi assessori ed anche del suo stesso Pro-Cuor di leone, il Questore Filippo Lapi, che non mi pare proprio un rivoluzionario comunista, quanto piuttosto un serio funzionario dello Stato, ha interrotto tutto, lasciando i sinti dov’erano. Eh già, perché in Italia, che è una democrazia, non si può sgomberare qualcuno senza che l’Amministrazione abbia trovato soluzioni alternative e questo non per fare un piacere agli abusivi, ma proprio per evitare che il tutto divenga un problema di ordine pubblico più grande di quello che si cerca di risolvere con lo sgombero. Ricordate il sagrato del Duomo occupato, tempo fa? Apriti cielo: il Pro-Furioso ha iniziato a vaneggiare, in pratica ha licenziato il Questore («con il Questore è finito ogni rapporto. Gli auguro ogni più grande fortuna ma fuori di questa città»), gli ha dato del servo dei comunisti («la sinistra avrà detto al Questore di non essere amico dei sindaci leghisti e il Questore ha dovuto obbedire»), ha berciato alla lesa Maestà («non posso permettere che il Questore interferisca e superi la mia autorità») e via così vaniloquiando. Naturalmente, almeno sino al momento in cui il Nostro non verrà nominato Pro-Dittatore Padano, il suo è solo flatus vocis, un flatus peraltro piuttosto olezzante. Ma lui non ci sta, convinto com’è che a Legaville comanda lui e solo lui, Giudice Bean nostrano, che dal suo saloon-osteria dirige, giudica e decide del destino dei territori ad ovest del Pecos, pardon del Silos, proprio come faceva il vero Bean nel Far West. Il problema è che a me viene difficile immaginare Gobbo nei panni di Lily Langtry e poi, se continua così, il buon Pro-Giudice Bean rischia di far la figura del ben più comico Mister Bean...

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