La paura fa 90...

23 novembre 2003 Politica e movimenti
La paura fa 90...

Il Presidente George Dabliù ha paura: gli oceani non gli sembrano più abbastanza grandi da mettere al riparo l’America, che di guerre ne ha fatte tante, ma sempre ben lontano da casa. E’ questo il motivo per cui Dabliù mette sul piatto della bilancia gli americani morti per la libertà europea e si sente autorizzato a dimenticare di metterci quelli morti in Corea e Vietnam. Ed è questo - la paura - anche il motivo per cui - dopo il 9-11, numero infausto che gli ha portato la guerra in casa - oggi questo conflitto prossimo e totale può essere per lui - insieme - una guerra di liberazione dell’Irak, una guerra preventiva contro uno Stato canaglia e anche una guerra per la difesa del Patrio Suol. Perché oggi Dabliù ha paura: e quindi mette paura agli americani e si fa fotografare sotto un cartellone su cui è scritto: Protecting the Homeland.
Ma non è solo lui ad aver paura. A pensarci bene le cose sono ben più intricate. Anche Saddam ha paura degli USA e ne hanno paura gli irakeni (tutti) che si sono affrettati a mettere in pratica i consigli - diciamo così, apotropaici - del Rais che, contro le portaerei, invita i suoi sudditi a costruirsi una trincea in casa e a comprarsi un casco. Ma anche i turchi hanno paura: degli iracheni e dei curdi. I curdi, per parte loro, hanno paura tanto dei turchi, quanto degli iracheni e dei siriani e vedrete che tra non molto avranno una fifa nera anche degli americani. E se gli israeliani hanno paura dei palestinesi, dei siriani, dei libanesi, è incontrovertibile che anche costoro provino un certo panico al pensiero degli israeliani. I russi temono i ceceni e i ceceni provano un terrore nero nei confronti dei russi. I coreani del Sud hanno paura di quelli del Nord che sembrano avere paura di tutto il resto del mondo e - conseguentemente - sparacchiano un missile qui e uno là. Nel frattempo - alla faccia di Enduring Freedom - i pachistani hanno paura degli afgani e degli indiani, mentre gli afgani continuano a temere pachistani, talebani, russi e anche tutti gli occidentali armati che gli vanno su e giù per casa. Né qualcuno di noi può giurare che, nel frattempo, i croati non abbiano più paura dei serbi, né che i serbi non siano più intimoriti da croati, albanesi e truppe NATO. Anche il Berlusca - tanto per stare all’altezza - ha, si parva licet, le sue paure: teme i no-global e i pacifisti e contro di loro utilizzerà la giusta forza coercitiva.
Insomma, sembrano tutti un branco di ragazzetti chiusi in una stanza buia, che, per evitare di farsela nelle mutande, urlano come matti e tirano calci a destra e a manca.
Io, invece, inizio - per parte mia - ad essere seriamente spaventato da tutto questo spavento collettivo. C’è qualcuno, per favore, che abbia il buonsenso di accendere la luce?

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