La machiavellica ’occasione’ di Cirami, Caruso e del Dottor Aliquò

21 novembre 2003 Politica e movimenti
La machiavellica ’occasione’ di Cirami, Caruso e del Dottor Aliquò

Non fosse che, almeno a giudicare a lume di ragione, in questo caso la parte della Fortuna sarebbe interpretata dal Generale Ganzer (magari su mandato dell’Ottavo Nano), questa singolare ’coincidenza’ dell’arresto di Caruso, Cirillo e compagnia bella con la condanna di Andreotti, il problema dell’indulto, quello della grazia per Sofri e l’entrata in vigore della Cirami, potrebbe essere definita come una classica "Occasione" machiavellica: particolare situazione indotta dalla sorte (o Fortuna, appunto) che può rivelarsi molto utile, o disastrosamente dannosa per il Principe e per sfruttare la quale, secondo il Machiavelli occorre essere "golpe et lione" e saper ben leggere la "verità effettuale". Un’Occasione che sembra metterci tutti dalla stessa parte: tutti ugualmente fuori e contro ’questa’ Legge. Ma come leggerla, poi, questa "verità effettuale" che ci troviamo tra le mani, in cui, di colpo, l’Italia - anche quella girotondina e di Sinistra - riscopre di essere non solo il paese di Mani Pulite, ma anche quello degli Ermellini da guardia (si diceva così nei Settanta) e dei Tribunali Porti delle Nebbie, un paese la cui Giustizia non è riuscita a dire una parola di verità praticamente su nessuno dei delitti politici e delle stragi che hanno funestato questa nazione, da Piazza Fontana ad Ilaria Alpi e che si appresta a fare lo stesso con Carlo Giuliani?
Non cadendo, ad esempio, nella trappola che potrebbe indurci a richiedere per Caruso e Cirillo il legittimo sospetto nei confronti un magistrato, il Dott. Fiordalisi, che all’inizio degli anni Novanta veniva indicato da un lancio ANSA (22/05/92 n°19920522 01710-ZCZC353/0A) come coinvolto nelle indagini relative al presunto mafioso Francesco Muto e che risulta sottoposto a indagine dal CSM per aver chiuso un occhio sull’abusivismo edilizio, che è precisamente quello contro cui si battono da anni Cirillo e Caruso…
Non bisogna, insomma, cedere al ricatto, poiché, a dirla tutta, a me Cirillo, Caruso e tutti gli arrestati di Cosenza sembrano piuttosto degli ostaggi, il cui riscatto sia l’accettazione - in cambio della liberazione di cittadini democratici incarcerati sulla base di norme fasciste - dell’impunità per tutti i crimini commessi dal potere. Altro che indulto per tossici e scippatori…
Qualche giorno prima di Firenze, il Dott. Aliquò, sindacalista e funzionario di Polizia, dichiarava che nei confronti del Movimento bisognava comportarsi come Putin coi terroristi ceceni. Peccato che, alla fine, il ruolo dei Ceceni abbiano deciso di interpretarlo i ROS e la Procura di Cosenza.

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