La fraternità di Prometeo

24 agosto 2004 Articoli e recensioni
La fraternità di Prometeo

Colpisce positivamente che in un’epoca ( e in una nazione) in cui così spesso - nel bene e nel male - la filosofia fa ’spettacolo’ si metta in moto il circolo virtuoso che permette anche il movimento uguale e contrario e cioè che sia lo spettacolo a fare, a produrre filosofia.
Mi riferisco al Prometheus di Luigi Cinque, spettacolo multimediale per musica e parola, dedicato al più occidentale e moderno dei miti, quello di Prometeo, che nell’ambito del suo progetto generale prevedeva anche una serie di momenti preparatori dedicati alla riflessione e all’approfondimento filosofico: un convegno, una serie di interviste video, infine un narratore ’filosofico’ presente sul palco durante le rappresentazioni.
Da questa esperienza nasce anche Il fuoco probabilmente, dello studioso ed ex-parlamentare Adriano Vignali - che degli aspetti filosofici della pièce di Cinque è stato il coordinatore - testo capace di fondere rigore analitico e chiarezza divulgativa nel fare il punto degli studi e nel suggerire nuovi arricchimenti.
Il mito è ben noto: Prometeo sottrae agli Dei il segreto del fuoco e lo regala agli uomini che potranno riscattare il loro destino e sottrarsi alla miseria e all’indigenza in cui versano. Per questo Zeus lo punirà duramente, facendolo incatenare a una roccia e mandando ogni giorno un’aquila a rodergli il fegato, ferita che ogni notte, miracolosamente, si risana, in un ciclo infinito.
Da Eschilo ed Esiodo e sino a Goethe, Nietsche, Blumenberg, Kafka, il tema di Prometeo abita costantemente l’immaginario occidentale. Figura singolare di ribelle, capace di convogliare su sé le interpretazioni più disparate ( da quella di campione della laicità illuminista a quella di trickster dispettoso e incorreggibile) essa è certamente cruciale nella nostra cultura, basti pensare che la festa delle Prometee sta alle radici delle Olimpiadi e che è in riferimento al fuoco prometeico il trasporto della fiaccola e delle sua inestinguibile fiamma.
Personaggio capace di contenere in sé tanto l’apollineo quanto il diosiaco, Prometeo incarna la figura del dio "fraterno", capace di comprensione, empatia, partecipazione, opposta a quella "paterna" incarnata da Zeus, che spietatamente giudica e dispone.
«Il carattere aperto, problematico, polisemico del mito di Prometeo costituisce la ragione più profonda della sua contemporaneità ed insieme della sua perenne attualità», capace com’è di affrontare questioni fondamentali quali quelle del giudizio a proposito della tecnologia e della scienza, o del rapporto tra umano e divino, che sono decisive in qualsiasi analisi del presente.
Prometeo sembra proporsi, sottolinea Vignali, come «l’eroe del confine, della mediazione tra questi due mondi»: questa è «la colpa per la quale si ritiene ingiustamente punito ». Una colpa che per noi, oggi, è il suo merito più importante.

Adriano Vignali
Il fuoco probabilmente - Guida alla lettura contemporanea del mito di Prometeo
Ed. Palomar

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