Io e il Crocifisso (vittime della Moratti)

20 novembre 2003 Costume e società
Io e il Crocifisso (vittime della Moratti)

Oggi, entrando in aula, ho guardato dietro la cattedra, ma di crocifissi nemmeno l’ombra. Ho tirato un sospiro di sollievo. Più per il Crocifisso che per me, sia chiaro. Io, in realtà, pur laicissimo che sono, e pur contrario (anzi contrarissimo) in linea di principio alla reintegrazione per legge del simbolo della cristianità in ogni aula del Regno (pardon: della Repubblica), per questa faccenda, con mio sommo stupore, proprio non riesco a indignarmi. Qualche hanno fa ne sarei rimasto scandalizzato… Ora no. In fondo, il problema non mi riguarda. Nel senso che continuerò a spiegare Campana il folle e Pasolini l’omosessuale, il giacobino Foscolo e Fortini il marxista insieme con Manzoni e Dante sotto le ali protettive del Cristo, che certo non farà nulla per fermarmi, non lui almeno. Per quello ci sono gli stessi che vogliono trasferire Lui dal tabernacolo fino a questa mia spettinata, postmoderna e un po’ sballata IV C. Ma Lui non c’entra. Verso di Lui sento anzi la solidarietà che nasce tra sfruttati e derelitti, tra schiavi dello stesso padrone. Ad entrambi, in fondo, e non paia irriverente l’accostamento, toccherà ubbidire alla Moratti… Ma il Crocifisso, pur immobile ed imperturbabile, come la prenderà? I cattolici italiani sono proprio certi che sia utile a qualcuno, a loro prima di tutto, che un simbolo sacro venga esposto nelle aule laiche, di una scuola laica, mentre avviene un laicissimo insegnamento di poeti, filosofi, scienziati, spesso peccatori assai, ed a volte addirittura propagandisti di ciò che le Scritture considerano peccato? Che dirà il povero Crocifisso, quando, dandogli le spalle, mi affannerò entusiasta a spiegare ai miei allievi quanto ateo e materialista fosse Leopardi e come e perché egli considerasse il suicidio un atto nobile? O quando discetterò della travolgente tenerezza di versi sabiani che suggeriscono come l’innamoramento non abbia confini, diciamo così, di genere… ?
Io, per me, sono certo che con lui ci coabiterò benissimo. Ogni volta che lo guarderò, saluterò col pensiero i tanti preti che stimo e che amo: Don Vitaliano, Don Ciotti, Alex Zanotelli, Don Milani e anzi ho già pensato che, per fargli compagnia e non farlo sentire troppo solo, metterò accanto a lui una statuina del Budda, un bel ritratto del Profeta, una copia del Talmud e un totem in rappresentanza di tutti gli animisti del mondo. Poi tirerò un bel sospiro e riprenderò la mia spiegazione: oggi parliamo di Marx e della religione, oppio dei popoli. Sia lode nell’alto dei cieli!

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