Il Governo, Beatiful e la poetica della cinghia di Mastro Zeffirelli

20 novembre 2003 Politica e movimenti
Il Governo, Beatiful e la poetica della cinghia di Mastro Zeffirelli

Che il Governo fosse organizzato come la troupe di Beautiful è sospetto che era già venuto a qualcuno, ne sono certo, se non altro ad ogni apparizione dei guardaroba ministeriali con la Moratti dentro. O a ogni puntata del noto sequel, La Casa delle Cocaine, sponsorizzato da Alleanza Nazionale, la narice neo-ex-fascista col doppiopetto intorno.
E’ un governo con i suoi equilibri spettacolari, questo. Frutto di una sceneggiatura magistrale. Coi suoi Ministri (personaggi) buoni e gentili (Prestigiacomo, Alemanno) e quelli cattivi e scortesi (Fini, Bossi, Tremonti), quelli un po’ buffi (Martino vestito da Rambo) e quelli un po’ inquietanti e misteriosi (la già citata Stephanie-Sheyla Moratti-Forrester). Comunque sia, chi aveva dei dubbi ora se li sarà tolti. Come in ogni soap che si rispetti, si può ben cambiare l’interprete, l’importante è che il personaggio resti lo stesso. Che sia Scajola, o Pisanu, a interpretare il ruolo di Ministro dell’Interno, conta poco. L’interim è la condizione stessa del loro ingaggio, chi scrive i dialoghi sta in regia. A Firenze come a Genova. E allora il mite Pisanu si trova a vestire i panni di un Ridge-Scajola in minore, agita fantasmi, fa di tutto perché la tensione salga. Il messaggio è chiaro: siamo disposti a trasformare in Zona Rossa qualsiasi luogo, qualsiasi città, purché l’esercizio scomodissimo della democrazia e del dissenso sia impedito. E sbaglierebbe chi attribuisse ai toni pacati di Pisanu altro valore da quello dell’inflessione personale. La minaccia è nei fatti e non nella voce di chi li racconta.
Per ristabilire l’armonia nel cast c’è lo Zeffirelli di turno, da lanciare nella mischia a colpi di volgarità e calunnie. L’assolutamente inattesa manifestazione di virilità zeffirellesca, a base di insulti e cinghiate minacciate (per conto personale) - e anche un po’ promesse (per conto governativo) - è la dimostrazione palese che gli intellettuali di destra esistono. E che ciò reca gravi danni alla credibilità della categoria. Ci pensa la Kultura del Maestro a dire le cose come stanno… In puro stile Supremo Boscaiolo (leggi: Bush). Se il problema sono gli incendi si taglino gli alberi, se, invece, il problema è quello di gestire il dissenso, allora che si cinghino i manifestanti, li si zeppi di olio di ricino, questi barbari, e morta là.
Chissà se lo stesso trattamento lo riserverebbe ai fan del suo amico Gentilini che, nel corso della trevigiana Ombralonga, tra un coma etilico e un saluto romano allo Sceriffo Marchiano, loro sì, hanno ridotto la mia città a un mare di immondizia su cui galleggiavano vomito e urina…

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