Giornalino 5

19 novembre 2003 Costume e società
Giornalino 5

Ragazzi, ho un problema. Qualcuno di voi ha per caso visto in giro poeti, scrittori, intellettuali, artisti? Qui da noi c’è il mondo che va a rotoli, tutto a schifio… Mucche pazze, polli alla diossina, pesce all’uranio impoverito, agnelli depressi, conigli schizofrenici e galline claustrofobiche, trattate come la Baader-Meinhof a Stammheim. Globalizzazione. Guerre, pedofilie varie e commercio di schiave. Fiorello in Tv e i Tg tutti dedicati ai pettegolezzi della casa reale inglese, i Savoia quasi nostrani che, ti distrai un attimo, e ti ritrovi quel buontempone juventino di Emanuele Filiberto in Parlamento, incoronato Reuccio delle Giovani Italiane. C’è l’inquinamento del suolo, dell’acqua, dell’aria, del suono, della luce, del tatto, del cibo, del sesso, dei figli. C’è il virus Ebola e l’influenza che ne fa fuori una decina di milioni all’anno, c’è l’Aids e la reazione che avanza. Si muore di fame e d’obesità. Nessuno legge libri, tutti li scrivono. La poesia non se la fila nessuno, ma sembra che sia dappertutto, come la peste bubbonica. C’è la guerra in Medio Oriente, in Africa, in Cecenia, in Kurdistan, c’è la guerra sotto casa mia, con gli immigrati e le puttane migranti. I benpensanti e i loro cani addestrati skinhead pattugliano gli incroci. In Afganisthan trattano le donne peggio degli untori nei Promessi sposi. Ci sono le mine antiuomo, anti-bimbo, anti-peluche… Ragazzi, ho un problema. Qualcuno di voi ha per caso visto in giro poeti, scrittori, intellettuali, artisti? Io li cerco, ma mi risponde sempre la loro segreteria telefonica. Non ci siamo, siamo al Costanzo Show a fare pubblicità al detersivo che ci ha sponsorizzato il libro, siamo impegnati a scrivere i copioni a Maria De Filippi, stiamo componendo un nuovo romanzo storico ambientato nello Yemen Meridionale al tempo di Inshallah, una nuova, tenera, sensibilissima silloge sulla nascita dell’ultimogenito nostro, tutto un gemito di Fede e Amore. Siamo fuori, a ritirare l’ultimo premio letterario, o a far la lana nelle anticamere delle Grandi Case Editrici, in attesa di essere ricevuti da un editor geniale, con master in economia aziendale, che è quasi due anni che deve leggere il nostro saggio dedicato all’innovazione semantico-lessematica in Manganelli e Moravia. L’utente è assente, è presente a un party per la firma di un manifesto in difesa degli indifesi. Non disturbate: ci stiamo facendo le seghe, chiusi al cesso, ché questo mondo di merda ci merita minga. Troppo sensibili e intelligenti, troppo profondi che siamo. Non che creda che possano farci qualcosa loro, ma, vecchio che sono diventato, m’ero abituato a sentirli protestare, sacramentare, indignarsi. Parole, segni, gesti.Niente di materiale. Merce virtuale. Altri tempi, certo… Ma, che volete farci, m’ero abituato. Né, per carità, per voler riaprire la solita, datata e vetero-leninista-fortiniano-sessantatrina polemica sull’impegno degli intellettuali. Giusto per sapere se ci sono ancora. A scopo anagrafico. Mica altro. Se ci siete, battete un colpo….

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