Giornalino 3

19 novembre 2003 Costume e società
Giornalino 3

Ma l’avete vista com’era autorevole e affascinante in Tv, l’altra sera, messa di tre quarti sul divano, quasi fosse una Lilli Gruber plurilaureata, appena invecchiata e tanto ingioiellata, la nonna buona di tutti gli scienziati italiani, Rita Levi Nobel Montalcini, mentre bacchettava quel ragazzaccio del Ministro Pecoraro Scanio, che, non contento di avere un cognome più bislacco e quasi più multiplo del suo, si era permesso di rompere le uova nel paniere degli scienziatoni a libro paga delle varie multinazionali della chimica-medica-farmaceutica-agro-genetica-ingegneristica? Proprio lei, avuela Rita, la stessa mente illuminata che aveva sommessamente avanzato la possibilità che, geneticamente parlando, tossici si nasce e non si diventa… E che aveva fatto, quel birichino del Ministrello ulivista, che pure dovrebbe essere laico e quindi amico della scienza? Si era permesso di vietare gli impianti sperimentali di OGM in campo aperto, sulla base di un principio chiamato "di precauzione" che il giovinotto deve aver tirato fuori da chissà che oscuro testo medievale e inquisitorio e che sostanzialmente dice che ognuno si deve fare gli esperimenti suoi a casa propria perché, se il rischio non vale pena, di correre il rischio non vale la pena. Cioè, tanto per stare al punto, che, se il rischio dell’impianto di OGM in campo aperto è la possibilità di una serie di reazioni ecologicamente dannose per la natura e la pena è il mancato introito della Monsanto o della Ciba Geigy, allora non vale la pena di correre il rischio. Robe da pazzi! Così, sostiene avuela Nobel Rita Montalcini Levi, si impedisce il progresso della scienza che è sempre la stessa cosa dell’interesse della società, perché gli scienziati sono tutti buoni e sapienti e a controllarsi ci pensano da sé. Che imbarazzo, sentir dire cose del genere da una personalità tanto autorevole. Per favore qualcuno di voi può darsi da fare per avvertirla che ci sono informazioni dell’ultima ora e che dall’Illuminismo in poi (l’altro ieri insomma) è la società che controlla la scienza e non il contrario, che esistono episodi, molti e preoccupanti, che dimostrano come le modificazioni genetiche di un organismo sono in grado di trasferirsi ad altri di specie affini, che è già accaduto col caso della colza, o di un certo pomodoro indiano, che le tesi della cosiddetta Rivoluzione Verde e del riduzionismo scientifico che stanno saccheggiando e devastando la biodiversità non sono scienza, ma ideologia del profitto e che il principio di profitto, la difesa del quale sembra essere rimasto l’unica spiaggia per la difesa degli investimenti nella ricerca, non può diventare l’unico principio di organizzazione del mondo. Che esistono Paul Bové e il popolo di Seattle e che anche loro sono ’la società’. Avvertitela, una signora così intelligente, geniale, elegante, plurimpegnata, buona, generosa e affascinante non ha certo tempo da perdere dietro contadini comunisti e pomodori che, neanche a farlo apposta, sono rossi. Avvertite Levi Rita Montalcini Nobel e pure quei 1500 illustri e laureati manifestanti romani. Una roba così, come la loro, non la vedevo dal tempo della marcia dei colletti bianchi della Fiat. Come diceva Nero Wolfe: Pfui!

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