Gentile Signor Presidente del Consiglio...

19 novembre 2003 Politica e movimenti
Gentile Signor Presidente del Consiglio...

Gentile Presidente del Consiglio,
così non va. Lei è libero di pensarla come vuole a proposito di questa guerra (o quel diavolo che è). Libero di credere che bombardando civili innocenti si sconfigga il terrorismo, libero di pensare - come già altri prima di Lei - "Conflitto ricco (e già vinto), mi ci ficco!", libero di montare osceni carrozzoni politico spettacolari che la accreditino oltreoceano, tra un acuto di Bocelli e un po’ di corbellerie zeffirelliane, come il più fedele amico del Padrone, libero persino di dare del terrorista amico di Bin Laden a chiunque non la pensi come Lei, Feltri e Ferrara. Libero addirittura di permettere ai suoi dipendenti di pubblicare le foto di Parlamentari italiani dell’opposizione come se fossero quelle di delinquenti comuni, magari, sotto sotto, anche un po’ poligami e musulmani. Ma rubarci gli slogan… questo no, questo è davvero troppo e non può farlo.
Ma come, proprio Lei, paladino delle più liberticide leggi sulla ’proprietà intellettuale’, Lei, favorevole a brevettare tutto, Natura compresa, Lei, difensore integerrimo del diritto della proprietà ad essere proprietaria di ogni cosa, fin delle idee, dei geni naturali ed animali e, perché no? anche umani, proprio Lei, se ne viene tranquillo tranquillo sul palco e ci dichiara sotto il naso :" Io voglio fare guerra alla guerra!". Con eserciti di ghost writer al suo servizio, davvero si è ridotto al punto di rubare i nostri slogan? Che tristezza! O piuttosto sperava di farla franca, di viaggiare, come sempre, tra parole che dicono negando quello che hanno appena detto?
Perché Lei, che è uomo colto e intelligente, lo sa bene cosa significhi in realtà quella frase, Lei, osservatore attento del mondo, certamente se le ricorda, sin dai tempi del Vietnam, le manifestazioni chilometriche di pacifisti che scandivano: Guerra alla guerra!
Lei sa bene che fare guerra alla guerra significa mettere in atto ogni mezzo democratico e non violento per bloccare e boicottare il conflitto. Significa invitare all’obiezione di coscienza e alla diserzione, come hanno fatto ieri centinaia di migliaia di aderenti ai Social Forum di tutta Italia, felicemente e possentemente sopravvissuti al massacro fisico e mediatico di Genova.
Lei intendeva questo? Non credo. E allora?
Ci spieghi la sua improvvisa conversione al pacifismo e alla non violenza. Altrimenti, come direbbe Di Pietro, sia cortese ed educato, non faccia il ’mariuolo’ e ci restituisca il maltolto.

I migliori saluti.

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